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Russia, ultimato il "progetto Harmony" per difendere l'Artico e i suoi sottomarini nucleari, la rete segreta subacquea di tecnologia Usa ed Ue

Mosca ha costruito un sistema sottomarino di sorveglianza nell’Artico usando tecnologia occidentale acquistata tramite società fittizie: lo scudo segreto della deterrenza nucleare contro le provocazioni Nato

24 Ottobre 2025

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Da quello che riportano fonti del deepstate, la Russia ha ultimato il suo "progetto Harmony", un piano difensivo da milioni di euro mirato per difendere il Mar Glaciale Artico e, soprattutto, i suoi sottomarini nucleari. Il piano si è configurato in una vera e propria rete segreta subacquea, costruita con tecnologia americana ed europea, volta a prepararsi alle provocazioni della Nato.

Russia, ultimato il "progetto Harmony" per difendere l'Artico e i suoi sottomarini nucleari, la rete segreta subacquea di tecnologia Usa ed Ue

Per oltre un decennio, la Russia ha condotto una delle più sofisticate operazioni di approvvigionamento militare segrete del mondo, trasformando l’Artico in una fortezza invisibile. Diverse fonti del deepstate hanno rivelato l’esistenza del "progetto Harmony", un vasto sistema di sorveglianza subacquea costruito con tecnologia proveniente da Stati Uniti ed Europa.

Harmony è una rete di sonar, sensori e droni sottomarini che si estende nel Mare di Barents, da Murmansk fino all’arcipelago di Franz Josef Land. Il suo obiettivo: individuare i movimenti dei sottomarini occidentali e proteggere la flotta nucleare russa del Nord, pilastro della capacità di deterrenza di Mosca. In caso di conflitto, questa forza garantirebbe la possibilità di un contrattacco nucleare — la cosiddetta second strike capability.

L’inchiesta mostra che la Russia ha costruito questa rete con componenti occidentali acquistati illegalmente attraverso una società di facciata con sede a Cipro, la Mostrello Commercial Ltd. Dietro il paravento di forniture civili, Mostrello ha comprato oltre 50 milioni di dollari in sonar, robot subacquei, navi da ricerca e cavi in fibra ottica da aziende di almeno dieci Paesi Nato, tra cui Germania, Paesi Bassi, Italia e Stati Uniti.

Molte imprese, come la statunitense EdgeTech o la olandese Royal IHC, sostengono di aver agito in buona fede, senza sapere che i materiali sarebbero finiti in un progetto militare russo. Ma per gli esperti, i segnali d’allarme erano evidenti: società “di comodo” cipriote, contratti in russo e transazioni anomale.

Secondo fonti di intelligence, il sistema Harmony è ora pienamente operativo e si estende per centinaia di chilometri, formando una barriera acustica che consente ai sottomarini nucleari russi di entrare e uscire dai porti senza essere rilevati.

Per Mosca, è la risposta alla crescente attività Nato nell’Artico. Per l’Occidente, la prova che, nonostante sanzioni e controlli, la Russia ha saputo fortificare il suo bastione più strategico — il fronte invisibile della deterrenza globale.

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