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Gaza, nuovo REPORT Onu di Francesca Albanese: "Genocidio un crimine collettivo, Usa, Germania e Italia complici tramite invio di armi"

Un nuovo rapporto firmato relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati stabilisce che a Gaza è in corso un "genocidio collettivo"

24 Ottobre 2025

Gaza, "oltre 60 aziende coinvolte nel genocidio, da Leonardo a Google, da Amazon a BlackRock" - il REPORT Onu di Francesca Albanese

Francesca Albanese, fonte: imagoeconomica

Un nuovo report Onu su Gaza a firma della relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati Francesca Albanese stabilisce che il genocidio in corso a Gaza è un "crimine collettivo" e ha potuto dispiegarsi grazie alla "complicità sostenuta di Stati terzi influenti". Il nome del nuovo rapporto è proprio "Gaza Genocide: A Collective Crime (A/80/492)". In questo vengono citati tre Paesi in particolare sul tema della complicità, e cioè Usa, Germania e Italia: "L’invio di armi a Israele è continuato nonostante le prove: Roma, Washington e Berlino tra i maggiori fornitori".

Gaza, nuovo REPORT Onu di Francesca Albanese: "Genocidio un crimine collettivo"

Non ha dubbi Francesca Albanese nel suo nuovo report: "Il genocidio in corso a Gaza è un crimine collettivo, sostenuto dalla complicità di Stati terzi influenti che hanno permesso violazioni sistematiche e prolungate del diritto internazionale da parte di Israele. Incorniciata da narrazioni coloniali che disumanizzano i palestinesi, questa atrocità trasmessa in diretta streaming è stata facilitata dal sostegno diretto, dall’aiuto materiale, dalla protezione diplomatica e, in alcuni casi, dalla partecipazione attiva degli Stati terzi. Ha messo in luce un divario senza precedenti tra i popoli e i loro governi, tradendo la fiducia su cui si basano la pace e la sicurezza globali. Il mondo si trova ora sul filo del rasoio tra il crollo dello Stato di diritto internazionale e la speranza di un rinnovamento. Il rinnovamento è possibile solo se si affronta la complicità, si assumono le responsabilità e si fa rispettare la giustizia".

Occhio particolare rivolto agli Stati Uniti: "Il loro sostegno politico, diplomatico, militare e strategico si è intensificato dopo il 7 ottobre 2023. Alti funzionari politici e militari statunitensi hanno intrapreso viaggi senza precedenti in Israele, anche per discutere delle operazioni militari israeliane a Gaza". E Albanese fa degli esempi: "Il 20 ottobre 2023, l’amministrazione Biden ha annunciato che avrebbe richiesto ulteriori 14,3 miliardi di dollari. Nell’aprile 2024, il Congresso ha approvato un pacchetto di 26,4 miliardi di dollari per la Difesa israeliana proprio mentre Israele minacciava l’invasione di Rafah, precedentemente dichiarata (ma poi negata) "linea rossa" per il presidente Biden".

"Usa, Germania e Italia complici tramite invio di armi"

Inevitabilmente, il report tocca il dossier relativo all'invio di armi ad Israele: "Sebbene le risoluzioni delle Nazioni Unite abbiano chiesto l’embargo sulle armi a Israele dal 1976, molti Stati hanno continuato a fornirgli sostegno militare e trasferimenti di armi. Israele dipende in modo sproporzionato dalle importazioni di armi, con una percentuale sul commercio totale più che doppia rispetto alla media Ocse e oltre quattro volte superiore a quella degli Stati Uniti. Queste forniture internazionali sono continuate, anche se le prove del genocidio si sono accumulate, con Stati Uniti, Germania e Italia tra i maggiori fornitori. Solo alcuni Stati occidentali, in particolare la Spagna e la Slovenia, hanno annullato i contratti e imposto embarghi".

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