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La diplomazia al palo: l'ostacolo di Zelensky e la nuova guerra economica contro la Russia

L'Europa divisa sulla gestione dei beni russi e l'impasse diplomatica in Ucraina. Zelensky resiste alla pace, mentre Mosca e gli Stati Uniti si preparano a una lunga sfida.

16 Dicembre 2025

La diplomazia al palo: l'ostacolo di Zelensky e la nuova guerra economica contro la Russia

Donald Trump

Il blocco del piano di pace: Zelensky contro Trump

Le trattative per la fine della guerra in Ucraina sembrano aver imboccato una strada senza uscita. Da un lato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky spinge per un "cessate il fuoco" che congelerebbe le attuali posizioni sul terreno, un accordo che potrebbe rappresentare una "tregua", ma non la pace definitiva. Questa posizione, appoggiata da Francia, Germania e Regno Unito, contrasta nettamente con il piano di pace proposto da Donald Trump, che prevede invece concessioni territoriali da parte dell'Ucraina in favore della Russia. La proposta di Trump è vista da Mosca come una soluzione praticabile, che permetterebbe di evitare una lunga guerra, ma Zelensky è irremovibile. Anche se la proposta di Trump potrebbe risolvere la contesa sul piano politico, l'ostinazione di Kiev potrebbe prolungare il conflitto, con conseguenti perdite di vite umane e un progressivo indebolimento delle capacità economiche e militari ucraine. Nonostante le difficoltà interne, l'Ucraina continua a contare sul supporto di Washington, ma la crescente stanchezza dei suoi alleati occidentali potrebbe indurre gli Stati Uniti a rivedere il proprio impegno.

Il nodo dei beni russi congelati: l'Europa divisa

Sul fronte economico, l'Unione Europea si trova davanti a una nuova spaccatura. La Commissione Europea, spinta da una linea dura contro Mosca, ha deciso di prolungare e persino estendere il congelamento dei beni russi in Europa. Questa decisione ha suscitato non poche critiche, soprattutto da parte dell'Italia, che teme le ripercussioni giuridiche di tale misura, e dei paesi dell'Europa centrale come Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, che non intendono sostenere ulteriori prestiti all'Ucraina. A preoccupare non sono solo le ripercussioni legali, ma anche il rischio di una fuga di capitali dall'Europa, con gli investitori che potrebbero cercare rifugio in economie più stabili e meno politicizzate.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha espresso forti perplessità su un simile approccio, mettendo in guardia sui rischi di una condanna europea se la Russia dovesse intentare cause legali. In un contesto già fragile, l’Europa potrebbe trovarsi a fronteggiare un boomerang economico, con pesanti conseguenze sulla propria credibilità. D’altro canto, la Kaja Kallas, Alta rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, ha difeso la politica dell'UE come un segnale chiaro a Mosca e a Kiev. Ma Mosca ha risposto con minacce di rappresaglie, sottolineando che tale politica non fa che peggiorare le prospettive di una risoluzione pacifica del conflitto. Questo tipo di escalation economica sembra, dunque, destinato a continuare a minare i delicati equilibri tra Occidente e Russia.

Il fallimento militare ucraino e il passo indietro russo

Sul piano militare, la situazione non è meno complessa. Dopo numerosi fallimenti nei contrattacchi lanciati nella regione di Kupyansk, le forze ucraine sono riuscite a riconquistare parte del territorio, ma la situazione rimane incerta. I successi ucraini, almeno sul piano comunicativo, hanno permesso a Zelensky di mantenere alta la morale, anche se i numerosi obiettivi non raggiunti non fanno che aumentare il divario tra le promesse di vittoria e la realtà sul campo.

Mosca, d’altra parte, continua la sua avanzata nelle regioni di Donetsk e Zaporizhia, fortificando le proprie posizioni strategiche e riducendo progressivamente le sacche di resistenza. L’esercito russo ha conquistato le principali roccaforti come Pokrovsk e Seversk, mirando ora a eliminare le ultime resistenze in Mirnograd. Questo scenario potrebbe portare a una nuova fase del conflitto, con un possibile accerchiamento delle forze ucraine a sud-est, dove l’esercito di Kiev è già impegnato in pesanti battaglie. Le recenti dichiarazioni di Vladimir Putin sembrano riflettere un tono più preparatorio, indicando che la Russia è pronta a rispondere con forza ad ogni ulteriore azione offensiva da parte ucraina. I dubbi su una possibile risposta russa a questi sviluppi sono tutt’altro che infondati, e la partita si preannuncia ancora lunga.

L’ombra di una possibile alleanza NATO-Ucraina: l’inevitabilità di un conflitto prolungato

Il tema più caldo di queste settimane riguarda anche il possibile allargamento del conflitto. Con le tensioni alle stelle, la proposta di una garanzia NATO per l'Ucraina, simile all'articolo 5 dell'alleanza, potrebbe mettere il mondo di fronte a una nuova guerra mondiale. Trump, pur cercando di giocare un ruolo mediatorio, ha ceduto in parte alle richieste dei suoi alleati europei, ma la proposta di una Nato allargata fino ai confini della Russia è un tabù per Mosca. Il confronto diretto tra la Russia e la NATO potrebbe rivelarsi un passaggio inevitabile, come dimostrano le continue esercitazioni e provocazioni di entrambi i blocchi. L’eventuale ingresso dell’Ucraina nell'alleanza militare potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso, portando a un conflitto ben più devastante e globale. La strategia della Russia è chiara: mai accettare un’Ucraina legata militarmente all'Occidente, neanche a costo di cedere territori. D’altro canto, la posizione dell'Europa e degli Stati Uniti è paradossale: mentre si proclama a parole il sostegno a Kiev, le difficoltà economiche e militari rendono sempre più difficile sostenere il conflitto senza una fine visibile.

Il punto di non ritorno

La guerra in Ucraina sta raggiungendo una fase critica. Con l'impossibilità di raggiungere un accordo di pace, sia per l’ostinazione di Zelensky che per le ambizioni geopolitiche della Russia, l’Europa rischia di trovarsi intrappolata in un conflitto senza via d’uscita. Le divisioni interne, le minacce di rappresaglie economiche e la crescente insoddisfazione per la gestione della crisi potrebbero mettere a dura prova non solo la solidità dell’Unione Europea, ma anche la sua capacità di fare fronte comune contro la Russia. In questa guerra, tuttavia, la vera incognita rimane la durata e l'intensità del conflitto. La diplomazia sembra ormai paralizzata, e l’Europa potrebbe ritrovarsi a dover fare i conti con le sue scelte sbagliate. In questo scenario, la Russia non sembra intenzionata a cedere, e senza un vero cambiamento nelle dinamiche politiche, la guerra in Ucraina rischia di diventare una lunga, insostenibile stasi, con effetti devastanti per tutti.

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