16 Dicembre 2025
Il Regno Unito ha bisogno di "più persone pronte a combattere per il proprio Paese" perché la fantomatica "minaccia russa" è alle porte. A dichiararlo, alimentando così ulteriore terrorismo psicologico tra i cittadini non solo inglesi ma europei, è Sir Richard Knighton, capo delle forze armate britanniche.
Un nuovo, l'ennesimo appello alla guerra si accoda a quello già formulato dal più alto ufficiale militare dell'Alleanza atlantica, Cavo Dragone, contro l'inesistente minaccia russa. Stavolta, a seminare discordia è sempre un alto rappresentante dell'esercito, ma inglese, e precisamente Sir Richard Knighton, capo delle forze armate britanniche nonché maresciallo capo dell'aeronautica.
Secondo lui, a fronte dell'improbabile "aumento della minaccia russa", è necessaria "una risposta dell'intera società", vale a dire: aumento delle forze regolari, dei cadetti, delle riserve, ma pure di diplomati e laureati che devono disporsi - nei suoi folli piani di reclutamento - tra le file dell'esercito. Mentre procedono con varie difficoltà e a diversi gradi i negoziati per arrivare ad una conclusione del conflitto russo-ucraino, insieme alla Germania e alla Francia - già attive in politiche di riarmo e riforme di coscrizioni - si aggiunge anche il Regno Unito. Il cui governo lo stesso Sir Knighton accusa di non essere "abbastanza onesto", coi suoi cittadini e l'opinione pubblica, sui rischi di "futuri conflitti". Durante un evento al Royal United Services Institute, Knighton ha insistito sul "peggioramento" della "minaccia ibrida russa", e dunque: via al riarmo.
"Figli e figlie - ha detto il comandante militare -, colleghi. Tutti i veterani avranno un ruolo da svolgere. Per costruire. Per servire. E, se necessario, per combattere". Insomma, una mobilitazione sociale generalizzata, che deve prepararsi follemente a coinvolgere le università, le industrie energetiche e manifatturiere del Regno Unito e il Servizio Sanitario Nazionale. L'appello addirittura prevederebbe che "per sviluppare questa capacità industriale abbiamo bisogno anche di più persone che lascino la scuola e l'università per entrare in questo settore" e, come se non bastasse, l'educazione. "Abbiamo bisogno che le scuole e i genitori incoraggino i bambini e i giovani adulti a intraprendere una carriera nel settore" ha aggiunto.
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