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Guerra Ucraina, Putin rifiuta condizioni di Biden per negoziati: “Gli Usa riconoscano come russe le regioni annesse”

Il presidente americano aveva annunciato di essere pronto a parlare con il leader russo. L'Italia dice Consiglio dice "Ok" alla proroga dell'invio di armi a Kiev. Fissata una conferenza di pace a Parigi il 13 dicembre

02 Dicembre 2022

Biden Putin

Fonte: Twitter

La guerra in Ucraina è oggi arrivata al 282esimo giorno. Più di 9 mesi di guerra, aiuti su molteplici fronti, tentativi di Pace, ma ancora rifiuti da parte del Cremlino. Da Mosca arrivano infatti notizie negative sulla decisione del presidente Putin che “rifiuta le condizioni di Biden per i negoziati" e chiede che "gli Usa riconoscano come russe le regioni ucraine annesse".

Guerra Ucraina, Putin rifiuta condizioni di Biden per negoziati

A detta del Cremlino, "per la Russia è impossibile accettare la condizione posta dal presidente Usa Joe Biden per trattative sull'Ucraina", ossia che le truppe di Mosca lascino il territorio ucraino, lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Secondo il Cremlino, ha detto il portavoce, la via migliore per risolvere la situazione in Ucraina è la diplomazia, ma "gli Stati Uniti devono riconoscere come territorio della Federazione le regioni ucraine recentemente annesse". 

Il presidente russo Vladimir Putin rimane "aperto a colloqui per assicurare gli interessi della Russia", ha detto Peskov e "Mosca considera la pacifica via diplomatica come la preferibile per raggiungere i suoi obiettivi".

A questo proposito, Biden ieri ha aperto alla possibilità di parlare con Putin, purché mostri "segnali di volere cessare la guerra", per un possibile negoziato sull'Ucraina.

Guerra Ucraina, gli aiuti e la conferenza di pace a Parigi

Gli aiuti da tutto il mondo per la guerra e per le mediazioni, continuano. Il presidente americano Joe Biden, giorni fa aveva annunciato pubblicamente di essere pronto a parlare con il leader russo. In Italia il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che dispone la proroga dell'invio "di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative di Kiev".

E' stata inoltre fissata una conferenza di pace a Parigi il 13 dicembre. La premier finlandese Sanna Marin si espone in merito dicendo che "Il conflitto in Ucraina ha dimostrato la debolezza dell'Ue, senza gli Usa saremmo tutti nei guai". Viktor Orbán, primo ministro ungherese vota invece "No" al piano di aiuti Ue in favore di Kiev.

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