Venerdì, 24 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Israele, Rubio incontra Netanyahu e recita la parte: "Non c'è piano B oltre a quello di Trump, Tel Aviv ha rispettato impegni, ora Hamas si disarmi"

Continua la facciata diplomatica della delegazione Usa in Israele dove oggi il segretario di Stato Usa Marco Rubio è stato accolto da Netanyahu. Sul tavolo, gli stessi temi, e quel fragilissimo accordo "di pace" che Rubio ancora si ostina a definire "storico" ed esclusivo

24 Ottobre 2025

Israele, Rubio incontra Netanyahu e recita la parte: "Non c'è piano B oltre a quello di Trump, Tel Aviv ha rispettato impegni, ora Hamas si disarmi"

"C'è molto lavoro da fare qui, è qualcosa che non è mai stato fatto prima". È quanto riferito dal Segretario di Stato Usa Marco Rubio durante la visita al quartier generale americano di Kiryat Gat, ad Israele. Rubio è arrivato ieri, 23 ottobre, ad Israele, dov'era previsto per oggi un nuovo incontro diplomatico col premier Benjamin Netanyahu, ormai il terzo con la delegazione americana dopo gli incontri ufficiali col vicepresidente Vance e con Witkoff e Kushner di inizio settimana.

Israele, Rubio incontra Netanyahu e recita la parte: "Non c'è piano B oltre a quello di Trump, Tel Aviv ha rispettato impegni, ora Hamas si disarmi"

L'arrivo di Rubio a Israele si colloca nel quadro di garantire, su volontà statunitense, la tenuta più "a lungo possibile" dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Dopo un piccolo ma significativo cortocircuito tra l'amministrazione Trump e il governo Netanyahu sul disegno di legge relativo all'annessione del West Bank approvato dalla Knesset, oggi Rubio è tornato a recitare il solito copione. Gettando, letteralmente, fumo negli occhi sulla portata "storica" di un accordo che sta, ogni giorno di più, mostrando le sue fallacie mentre la "pace" promessa è sempre più lontana dal concretizzarsi. Eppure Rubio deve cercare di portare il messaggio più "costruttivo": "Questa è una missione storica, abbiamo qualcosa di cui essere orgogliosi e ci attendono non poche sfide. Sarà un viaggio lungo, con alti e bassi, ma possiamo essere ottimisti" sono le prime parole all'headquarter statunitense di Kiryat Gat. Poi, la solita propaganda di binarismo "buoni-cattivi": "Dall'altra parte della Linea Gialla, ci sono terroristi armati che stanno brutalmente ferendo la loro stessa popolazione. (...) C'è anche il coordinamento degli aiuti umanitari in arrivo a Gaza, mentre dietro la Linea Gialla stiamo conducendo un ampio sforzo umanitario perché le aree siano sicure". Affermazioni che mostrano purtroppo il (vero) retro della medaglia, e che non specificano come la cosiddetta "linea gialla ("yellow line") in realtà non sia altro che una strategia geo-politica per consolidare il controllo israeliano su oltre il 50% della Striscia.

Ma per Rubio, inviato del Presidente Trump, rappresentante e garante del piano "di pace", le apparenze vanno salvate. "Israele sta rispettando i suoi impegni. Se Hamas si rifiuta di disarmare, ciò costituirà una violazione dell'accordo" ha comunicato Rubio augurandosi di "creare le condizioni affinché Hamas non abbia alcun controllo sulla popolazione (...). Vogliamo creare le condizioni affinché la gente non abbia paura di Hamas". Oltre alla condanna dell'annessione della Cisgiordania da parte di Israele, Rubio ha insistito sull'unicità del piano di Trump ("Non esiste un piano B per la Striscia"), mettendo di fatto le condizioni di tale accordo come strettamente vincolanti e non bypassabili. "Abbiamo espresso preoccupazione per quanto sta accadendo nell'Autorità Nazionale Palestinese, che necessita di riforme. A lungo termine, non si tratta di Hamas, non è un'organizzazione terroristica. È un aspetto su cui dovremo lavorare con Israele e altri Paesi" ha incalzato Rubio rispondendo ad una domanda sul presunto ruolo dell'ANP nel futuro di Gaza. Futuro da cui però, specifica il segretario, sarà esclusa l'UNRWA. Intanto, conclude Rubio, l'accordo di Trump avrebbe spinto altri Paesi a "normalizzare le relazioni con Tel Aviv" e dunque ad entrare a far parte dei cosiddetti accordi di Abramo, esattamente quelli che Trump aveva messo in conto tra le sue presunte "7 guerre vinte".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x