08 Novembre 2022
Non è un caso che in Pennsylvania si siano presentati tre presidenti Usa nello stesso giorno. Lì, tra quasi 13 milioni di abitanti, si gioca gran parte della partita delle elezioni del midterm. Joe Biden, Donald Trump e Barack Obama lo sanno. Per questo, per l’evento clou della campagna elettorale, hanno scelto lo Stato del Nord-Est, fondamentale per gli equilibri del Senato.
Lo scorso sabato, Biden e Obama per i democratici e Trump per i repubblicani hanno parlato agli elettori della Pennsylvania. I primi due a Philadelphia, mentre il tycoon a Pittsburgh. I due schieramenti, per la campagna elettorale in Pennsylvania, hanno investito in totale 3 miliardi di dollari, la somma più grande spesa per le elezioni. Il confronto è tra il democratico John Fetterman, che occupa anche la carica di vicegovernatore, e il repubblicano Mehmet Oz. La storia di Fetterman è particolare. Lo scorso maggio ha avuto un ictus. E si è trovato in difficoltà ad articolare i suoi pensieri nei dibattiti tv. L’altro suo problema è che viene percepito nei sobborghi moderati come troppo di sinistra. In particolare si rivolge ai bianchi delle aree rurali e ai giovani, neri e laureati, di Philadelphia. Oz, invece, ha l’appoggio di Trump. Ma lo cita sono nelle zone rurali e mai quando parla di moderati in città. Secondo i sondaggi, Fetterman e Oz sono vicinissimi, praticamente entro il margine d’errore. Per questo, Biden e Obama da una parte e Trump dall’altra sono arrivati nello stato per sostenere i propri candidati a tre giorni dal voto. Tra qualche ora si saprà chi avrà avuto la meglio.
Gli altri sette Stati in bilico, che risulteranno decisivi per le elezioni di metà mandato al Senato (dove verranno eletti 35 rappresentanti su 100), sono Georgia, Nevada, Ohio, New Hampshire, North Carolina, Arizona e Wisconsin. In Georgia il pastore battista Raphael Warnock deve difendere il suo seggio democratico. Contro il primo senatore afroamericano dello Stato sudista, i repubblicani hanno schierato Hershel Walker, ex stella afroamericana del football reclutata alla politica da Trump. In Nevada a difendere il seggio dei democratici sarà Catherine Cortez Masto, diventata nel 2016 prima latina eletta al Senato nello Stato. Il timore dei dem è che in questa tornata elettorale si accentui, non solo in Nevada, l’allontanamento dell0elettorato ispanico, tradizionale base dei dem, anche a causa delle posizioni più conservatrici della comunità fortemente cattolica sull’aborto. I repubblicani potrebbero approfittarne grazie ad Adam Laxalt, 44enne figlio e nipote di ex senatori del Nevada, uno dei candidati sostenuti direttamente da Trump.
In Ohio il candidato scelto dai democratici, Tim Ryan, deputato al decimo mandato e candidato presidenziale nel 2020, sfiderà JD Vance, 38enne venture capitalist in lista coi repubblicani. In New Hampshire, Stato storicamente repubblicano, Don Bolduc, a sorpresa, appare impegnato in un testa a testa con la senatrice democratica Maggie Hassan. Per quanto riguarda il North Carolina, il trumpiano di ferro Ted Budd, proprietario di un’armeria, se la vedrà con la democratica Cheri Beasley, giurista afroamericana che è stata a capo della Corte Suprema dello Stato. Secondo il Washington Post, 12 dei 13 candidati a cariche federali e statali in Arizona hanno messo in dubbio la legittimità delle elezioni presidenziali del 2020. Tra questi c’è Kari Lake, l’aspirante governatrice, da molti considerata la futura vice di Trump in caso di un’eventuale vittoria alle presidenziali del 2024. Per ora Lake contenderà il seggio al Senato alla democratica Katie Hobbs. Il senatore repubblicano Ron Johnson, 67 anni, insegue il terzo mandato in Wisconsin. Gli ultimi sondaggi lo danno in leggero vantaggio sullo sfidante, il democratico Mandela Barnes, 35 anni, vice governatore dello Stato. Ma anche qui, come negli altri sette Stati-chiave, regna l’equilibrio e l’incertezza.
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