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Coppola (Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo): "Un dovere raccontare come il concerto dei Beatles fu un evento unico in Italia rendendo pubbliche queste fotografie"

Il Giornale D’Italia ha intervistato Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo: "Le foto dei Beatles mostrano un’Italia in trasformazione; con Publifoto e 7 milioni di scatti racconteremo altri capitoli di memoria e cultura"

24 Giugno 2025

Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, in occasione della mostra fotografica "Tutti pazzi per i Beatles. Il concerto del 1965 a Milano nelle fotografie di Publifoto", è stato intervistato da Il Giornale d’Italia.

Perché avete scelto di raccontare il concerto dei Beatles attraverso l'archivio Publifoto?

"È una coincidenza straordinaria: possedere un archivio fotografico così ricco come quello di Publifoto, che contiene oltre 500 fotografie dedicate a un evento eccezionale accaduto 60 anni fa. Il concerto del 1965 a Milano è perfettamente documentato. Da dieci anni, l'archivio fa parte delle raccolte d’arte e del patrimonio di Intesa Sanpaolo. Ci è sembrato naturale valorizzare e raccontare come quel concerto fu accolto, ospitato e vissuto in Italia, diventando uno straordinario evento di costume. Un evento che anticipò il fenomeno globale che sarebbero diventati i Beatles. In un certo senso, era quasi un dovere, dovevamo rendere pubbliche queste fotografie eccezionali e metterle a disposizione di tutti."

Cosa ci dicono queste foto sull'Italia del 1965 e sul cambiamento culturale in corso?

"Sarebbe interessante chiederlo direttamente alle migliaia di visitatori che, fino al 7 settembre, si soffermeranno davanti a queste 62 fotografie. Capire se esiste davvero una differenza tra vivere un concerto oggi e ciò che accadde a Milano nel 1965. Personalmente, non ho colto una vera distanza. Quello che ho visto è stato entusiasmo puro: un tripudio, un calore, un’energia palpabile. Una partecipazione così forte da impedire alle rockstar, alle popstar, di salire sulle loro Alfa Romeoper raggiungere l’albergo, come se tutto fosse successo appena la settimana scorsa. Certo, non c’erano i telefonini, ma Publifoto, con una squadra di fotografi numerosa e ben organizzata, raccontò quell’evento esattamente come lo racconteremmo oggi."

Quali saranno i prossimi progetti delle Gallerie d'Italia legati alla fotografia e alla memoria storica?

"Credo che parlare oggi di progetti futuri toglierebbe attenzione a ciò che siamo qui per vedere: queste fotografie straordinarie che raccontano di come i Beatles furono accolti e acclamati in Italia. Posso dire che stiamo lavorando intensamente sull’archivio Publifoto. Quello che stiamo scoprendo, e continueremo a scoprire, all’interno di questo patrimonio, composto da oltre 7 milioni di fotografie tra positivi e negativi, ci obbligherà nei prossimi anni a tornare più volte su questo giacimento straordinario. È un patrimonio che la banca ha acquisito dieci anni fa, e che ha deciso di non lasciare in mano ad altri Paesi."

In seguito al triste evento di ieri della morte di Pomodoro, ci volete raccontare il vostro legame con lui?

"Proprio oggi, mentre inauguravamo la mostra temporanea legata al nostro archivio fotografico, abbiamo chiesto un momento di attenzione e di ricordo per un maestro straordinario. Lo facciamo anche da collezionisti: in questi anni abbiamo lavorato con la Fondazione Pomodoro e alle mie spalle potete vedere una sua opera. Nelle Gallerie d’Italia conserviamo circa 14 opere di Arnaldo Pomodoro, tra cui una splendida sfera della collezione Agrati, che rende unico il giardino dedicato ad Alessandro Manzoni nella sede milanese. Inoltre, stavamo lavorando a un progetto con la Fondazione legato al centenario della nascita dell’artista. E oggi, dopo la sua scomparsa, credo che le ragioni per portare avanti e completare quel progetto siano ancora più forti."

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