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Gorno Tempini (CDP): "La finanza è un problema globale, non solo europeo, serve maggiore specializzazione nei mercati finanziari"

L'intervento di Giovanni Gorno Tempini, presidente Cassa Depositi e Prestiti: "Ridurre il numero di borse e creare una connessione tra capitali privati e pubblici potrebbe essere una soluzione per affrontare le sfide attuali"

11 Marzo 2025

Giovanni Gorno Tempini, presidente Cassa Depositi e Prestiti, in occasione dell'evento "Corporate Governance and Capital Market for Competitive and Sustainable Europe" organizzata da Assonime, ha dichiarato:

"È già stato sottolineato prima di me l'importanza dell'infrastruttura finanziaria, che è un mezzo e non un fine. È stato ricordato correttamente quali sono i veri obiettivi. Dobbiamo essere consapevoli che, al di là dell'autoflagellazione europea che ci contraddistingue da tanto tempo, il problema della finanza oggi è, a mio avviso, un problema globale. Quando sento Jamie Dimon di JPMorgan dire che non si riesce più a fare mercato negli Stati Uniti, quando sento il London Stock Exchange affermare che siamo ai minimi storici per la raccolta di capitali, o quando Singapore esprime preoccupazioni simili, il quadro che ne traggo è che c'è qualcosa che non va. Questo è un problema nostro, ma ha anche dimensioni globali. Potrebbe essere legato agli sviluppi tecnologici che portano oltre il 50% degli scambi a essere trattati tramite algoritmi, che nulla hanno a che fare con un'analisi fondamentale. Potrebbe essere anche l'espansione di prodotti come gli ETF, che sono dei piloti automatici, privi di analisi qualitativa. Non ho una risposta precisa a questo, ma dobbiamo renderci conto che stiamo affrontando problemi che non riguardano solo noi.

Il paragone con gli Stati Uniti è stato già evocato in molti degli interventi precedenti. È vero che noi rappresentiamo una frazione della capitalizzazione dei mercati americani, ma i mercati americani non sono solo il New York Stock Exchange. Ovviamente è grande, ma esistono anche specializzazioni settoriali, come il Nasdaq, il Chicago Board of Trade, il Chicago Mercantile Exchange. I mercati americani, in un contesto molto più deregolamentato dei nostri, hanno trovato una focalizzazione che non è geografica, ma legata ai prodotti. Questo lo dico perché forse in Europa dovremmo, oltre a dire che abbiamo 27 borse, pensare di ridurle a due. Dovremmo cominciare a ragionare sul fatto che non è sufficiente concentrare tutta la liquidità in un solo luogo per risolvere automaticamente i problemi. Incidentalmente, e qui gli esperti come Andrea mi possono confortare, i cosiddetti liquidity pool sono ormai sia pubblici che privati. È un altro degli aspetti su cui stiamo lavorando: creare una connessione tra i cosiddetti capitali privati alternativi e i capitali pubblici. Oggi questo ingranaggio non funziona come dovrebbe."

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