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Iacono (Gruppo Hera): "Per la crescita economica aziende investano in capitale umano e finanziario; gas russo totalmente sostituito"

Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, ha dichiarato: "Per far fronte all'invecchiamento della forza lavoro serve investire in nuove infrastrutture e sviluppare tecnologie per sopperire alla mancanza di manodopera"

12 Dicembre 2024

Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, in occasione del convegno annuale di HerAcademy, corporate university del Gruppo Hera, ha dichiarato:

Quali sono le strategie del Gruppo Hera in una demografia che cambia, in un mercato del lavoro che cambia sempre di più anno dopo anno?

"Nelle economie mature che sono caratterizzate da una demografia decrescente, così come anche il nostro Paese, sicuramente la crescita è fortemente correlata alla grande capacità di investire in tecnologie e in innovazione. In questo contesto le aziende devono avere la capacità di mettere a terra una visione di lungo periodo capace di attrarre nuove competenze di valore aggiunto tali da poter poi far crescere le aziende e il territorio in cui loro operano e quindi rendere i territori stessi più vivibili e più competitivi. Quindi ci vogliono due capitali: il capitale umano e il capitale finanziario; in questo ambito anche il Gruppo Hera, operatore nazionale che offre servizi ad almeno 8 milioni di cittadini, ha un piano di investimenti di quasi 5 miliardi anche in infrastrutture green. Investimenti che aiutano a realizzare e quindi a rendere le nostre comunità e i nostri territori più resilienti, più vivibili e più competitivi."

Un altro tema molto importante è quello dell'invecchiamento della forza lavoro.

"Ci sono sicuramente due vie. Una di attacco, quindi con progettualità, con visioni di lungo termine, che servono per attrarre nuove competenze e talenti che non devono essere necessariamente solo giovani, i talenti non hanno età, non hanno genere, non hanno cultura, e noi ne abbiamo diverse, le nostre infrastrutture green che si stanno affiancando alle infrastrutture tradizionali, quindi la produzione di energie rinnovabili come gli Energy Park piuttosto che le tecnologie di cattura della CO2 sui nostri West Energy termovalorizzatori e così via; dall'altra parte la soluzione più in difesa è quella di sviluppare tecnologie che possono aiutarci a fronteggiare la scarsità di manodopera per ridurre le ore lavorate e questa sicuramente è l'altra azione che noi immaginiamo di poter mettere in campo anche nei nostri processi."

Che ruolo potrebbe giocare l'Italia nel mix energetico?

"Nel mix energetico l'Italia sicuramente innanzitutto ha giocato una partita nel 2022 importante, è riuscita a mettere in sicurezza il Paese attraverso tutte le attività che sono state svolte da chi si occupa di fornitura, di commodity gas prima di tutto, dopo la crisi energetica che abbiamo vissuto nel 2022. Sicuramente spingere sulle energie rinnovabili come stanno facendo tutte le aziende, c'è un un piano nazionale di integrazione energia e clima, il cosiddetto PNIEC, che prevede 70 gigawatt di potenza sul solare, ognuno sta facendo la propria parte. Quest'anno come Paese siamo arrivati a chiudere un incremento di potenza di 7,5 gigawatt, che è un numero davvero enorme rispetto a qualche anno fa. Andando avanti di questo passo sicuramente raggiungeremo l'obiettivo sull'energia solare. Poi non c'è solo quella, c'è l'idroelettrico, continuerà a esserci e gas non solo via tubo ma anche via nave: in Italia il 25% del gas arriva via nave e questo garantisce la sicurezza energetica del Paese così come è già stato fatto nei due anni precedenti."

Quanto sarebbe auspicabile un ritorno al gas russo?

"In questo momento il gas russo è stato totalmente sostituito, per cui direi che come paese abbiamo dimostrato di essere in grado di saperci mettere in sicurezza con soluzioni alternative. Quindi il gas ormai arriva via tubo da sud dall'Algeria e dall'Azerbaigian e poi arriva anche dalla Norvegia da nord; tutto ciò che prima arrivava dalla Russia è stato totalmente sostituito con altro gas via tubo, ma anche con altro gas LNG via nave e quindi direi che i nostri consumi, che sono 60 miliardi di metri cubi di gas, sono assolutamente in sicurezza."

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