12 Dicembre 2024
Cristian Fabbri, Presidente Esecutivo di Gruppo Hera, in occasione del convegno annuale di HerAcademy, corporate university del Gruppo Hera, ha dichiarato:
Com'è cambiata la popolazione di Hera dal punto di vista delle persone negli ultimi vent'anni, in un contesto di cambiamento più che spinto tra demografia e lavoro?
"Abbiamo assistito all'interno dell'azienda a quello che abbiamo visto nel mondo reale. Nel 2002, quando è nata Hera, all'interno dell'azienda c'erano due generazioni. Oggi abbiamo contemporaneamente quattro generazioni con caratteristiche molto diverse, ma con un comune denominatore che noi abbiamo individuato nel senso del lavoro, lo scopo. Lavorare per qualcosa di più grande del solo lavoro che viene fatto in azienda è un elemento per noi fondamentale, perché Hera ha un corpus definito da tempo che coniuga obiettivi di sostenibilità con obiettivi di crescita, quindi dà un senso molto più alto alla creazione di valore sostenibile: ricchezza per il territorio, ricchezza per i fornitori, miglioramento dell'ambiente, riduzione delle emissioni climalteranti. Lavorando in Hera c'è una grande identificazione con la missione di contribuire al miglioramento del territorio. Questo è un elemento fondante ma avere quattro generazioni e con cambiamenti molto veloci la formazione è un altro elemento. Noi abbiamo creato una Corporate university già nel 2011, la prima nel nostro settore che unisce il mondo del lavoro con il mondo delle università, dei master e quindi porta all'interno dell'azienda quelle che sono le nuove tendenze. L'incontro di oggi nasce proprio da questa commistione ed eroga un piano di formazione sul quale noi investiamo circa 15 milioni di euro all'anno. Piano di formazione che si struttura in facoltà e quindi abbiamo le funzioni aziendali che creano la formazione, abbiamo 200 persone che oltre a fare il loro mestiere si occupano anche di sviluppare contenuti e di supportare la formazione, ma abbiamo anche per temi trasversali delle community, quindi la dirigenza artificiale è una community. Per esempio, l'economia circolare è una community, quindi lavoriamo anche per avere questo elemento trasversale cross funzionale ma anche cross generazionale. L'altro elemento per noi fondamentale è quello che oggi si chiama welfare, non inteso come integrazione salariale ma come strumento per coniugare la vita personale e la vita lavorativa tenendo conto delle esigenze di tutti e delle quattro generazioni diverse. Per cui nel welfare abbiamo supporti per la prevenzione medica, abbiamo supporti psicologici, abbiamo supporti educativi, pedagogici per le giovani famiglie, abbiamo elementi che portano a ragionare sul proprio piano pensionistico alternativo, visto che aumentando le età fra 30 anni le pensioni probabilmente non saranno così ricche come quelle attuali, quindi bisogna lavorare sulla previdenza integrativa. Quindi un qualcosa che dia un bilanciamento fra la vita personale e quella aziendale e devo dire che tutti questi strumenti sono molto efficaci: per esempio, uno dei temi del nostro Paese e di molti altri sviluppati è la differenza fra l'occupazione maschile e femminile. In Italia abbiamo un gap nell'età 20-64, che viene considerata l'età attiva, di venti punti percentuali, il 63% è la media degli occupati in quell'età, il genere femminile al 50% il genere maschile è al 73%. Quello che accade è che ci sono abbandoni del lavoro nel momento in cui le famiglie crescono: noi abbiamo grande supporto per la genitorialità e se in Italia il 20% delle madri con figli abbandona il lavoro da noi siamo all'1%, se in Italia il tasso di cambio di azienda nel nostro settore è attorno al 6,5% noi siamo a meno della metà. Quindi questa è la dimostrazione tangibile che le nostre politiche di attenzione sono efficaci e creano ingaggio ma anche sono attrattive per i 600 assunti che noi abbiamo tutti gli anni."
Che ruolo dovrebbe assumere l'Italia nel mix energetico?
"L'Italia sta lavorando per indirizzare gli obiettivi di decarbonizzazione. La crescita delle rinnovabili è una crescita consistente, ma spesso si parla di fonti di produzione. Quello su cui forse va più posta l'attenzione è il come consumiamo l'energia, cioè la capacità di ridurre i consumi energetici. È un elemento fondante sia perché riduce il fabbisogno, sia perché riduce di per sé le emissioni. Noi lavoriamo in maniera significativa in questo ambito e per esempio abbiamo definito e pubblicato a luglio 2024 il nostro piano di transizione climatica che ha l'obiettivo di abbattere le nostre emissioni che sono poche, ma soprattutto nel nostro piano c'è l'abbattimento delle emissioni dei nostri clienti. Quindi noi ci poniamo come supporto ai clienti per cercare di decarbonizzare i loro consumi di energia e gas attraverso due leve: la riduzione dei consumi e la produzione di energia rinnovabile. Quindi il tema energetico più ampio oggi con la produzione locale e con i consumi molto concentrati nelle città o nelle industrie, va affrontato anche lavorando dalla parte dei clienti per aiutarli a essere autoproduttori e per consumare meno e meglio. Questa è la missione che noi ci siamo dati e sulla quale vogliamo continuare andare avanti per dare un contributo in questo senso. Consideri che il nostro parco di emissioni si ridurrà rispetto al 2019 del 37% al 2030. Oggi siamo un track, abbiamo consuntivato il 14% e nel nostro piano industriale arriviamo già vicino al 30%, per raggiungere poi il 37% al 2030."
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