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Barrese (Intesa Sanpaolo): “Firma dell’accordo per l’acqua con Acea; Il 45% del riuso idrico raggiungibile grazie a questa iniziativa”

L'intervento di Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo : "Il riciclo idrico deve diventare un elemento chiave nella valutazione dell'impatto climatico delle aziende"

18 Luglio 2024

Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo in occasione della firma dell'accordo con Acea "Acqua, una risorsa strategica per l'impresa sostenibile", ha dichiarato 

"Abbiamo un'attenzione sul tema del risparmio energetico e dell’ impatto ambientale ormai da anni. Questo è un tema centrale perché innanzitutto riguarda la vita delle persone, e ne abbiamo avuto di fatto cognizione concreta perché poi ci si accorge delle cose quando ti toccano nel quotidiano e ciò che tocca l'industria non tocca il quotidiano le famiglie direttamente. In realtà abbiamo vissuto dal punto di vista energetico l'impatto nel quotidiano perché riguardava le famiglie e l'abbassamento della temperatura per quello che appunto il riscaldamento e il raffreddamento delle nostre case. Abbiamo capito l'importanza della disponibilità di gas e quindi l'energia per far funzionare il mezzo. La stessa cosa succede con l’acqua. L'acqua serve per far funzionare il resto, che siano le aziende o le famiglie e questo implica un consumo intelligente di acqua: bisogna migliorare anche l'impianto dal punto di vista del carbon footprint che è l'altro elemento che centralmente noi siamo portati a osservare. Siamo portati a osservarlo per quanto riguarda la concessione del credito. Questa nelle aziende bancarie verrà fatta guardando quello che è l'impronta che le aziende lasciano da questo punto di vista.

Il riciclo dell'acqua è un termine che nell'industria in realtà è normale. È chiaro che oggi, rispetto a quello che abbiamo vissuto nel gas e con il gas non lo percepiamo perché apriamo il rubinetto e l'acqua esce, accendiamo l'aria condizionata quando ci sono 40 gradi e rinfreschiamo le case, possiamo fare la doccia anche di un’ora perché nel nostro Paese si può fare. Basta allontanarsi un pochino da qui e già non è così. Eravamo la settimana scorsa per un'altra iniziativa sul turismo in Sicilia, una regione che ha problemi dal punto di vista idrico e non è un problema che riguarda solo le famiglie ma anche l'industria. La mancata disponibilità di acqua sta creando problemi sull'agricoltura che è uno dei grandi utilizzatori : quasi 2/3 del bisogno di acqua è assorbito dal mondo agricolo che oggi in Sicilia rappresenta un problema grande.

E questo porta dietro naturalmente la disponibilità per tutti gli altri settori. Noi eravamo lì per il turismo ed è chiaro che vogliamo accogliere nel nostro Paese turisti che vengono dall'estero. Ma c'è il rischio che il turista vada a fare la doccia, apra e non esca l'acqua. Allora questo tema deve diventare un tema normale, come lo è a questo punto il tema energetico, come lo è per noi il calcolo dell'impronta dal punto di vista del consumo di CO2. Deve diventare questo un elemento chiave nella valutazione dal punto di vista dell'impatto climatico che le aziende hanno.

Noi ci siamo resi disponibili in questa iniziativa congiunta con Acea di farlo. Non lo facciamo chiaramente chiudendo il rubinetto perché oggi nessuno ci vincola come per quanto riguarda l'impronta dal punto di vista ambientale per quel che riguarda l'impronta nel consumo eccessivo o non efficiente dell'acqua, ma in realtà lo possiamo valutare in positivo e quindi l'iniziativa con la quale mettiamo a disposizione i 20 miliardi noi siamo disponibili da subito con le nostre linee creditizie che noi chiamiamo green e finalizzate al recupero in termini di efficienza idrica di farlo con un vantaggio di prezzo significativo e con un merito creditizio migliore per quelle aziende che nella valutazione e lo faremo chiaramente con il nostro advisor  Acea che usciranno meglio o presenteranno un piano di riqualificazione o innalzamento di quello che è il loro profilo dal punto di vista dell'efficienza idrica. Questo è il modo con il quale la banca sempre di più cerca di fare credito. C'è un credito che spinge le aziende a migliorare il loro profilo dal punto di vista dell'impatto che queste possono avere nel nel mondo e quindi che possa essere sicuramente sul consumo di energia sul consumo di acqua o sulle tematiche sociali.

E quindi sarà questa linea creditizia con questo addendum  un elemento che va a completare ulteriormente quella gamma di prodotti di credito che abbiamo messo a disposizione negli anni per le aziende e spingerli a fare cose che innalzino la qualità del loro prodotto, del loro servizio, rendendosi sempre più competitive nell'arena mondiale, che poi è quello che vogliamo. Dobbiamo far sì che questo diventi come lo è stato naturalmente per quella che è attualmente l'energia che deriva da l'energia alternativa. Sappiamo che produrla costa di più, ma sappiamo che incentivarla crea le premesse per un mondo migliore.

 

Non è semplice immaginare la filiera guidata dal capo filiera che definisce i requisiti per le aziende che devono far parte. È chiaro che essendo legato a un elemento di approvvigionamento ha sicuramente delle difficoltà.

C'è una cosa che nel rapporto che ho visto è molto interessante e può guidare sicuramente il tema della filiera dal punto di vista idrico e in particolare per quello che riguarda il riciclo ed è il fatto che, come in tante dimensioni, anche per l'acqua la dimensione aziendale guida i fattori specifici. E in questo c'è un numero interessante: il  22% delle aziende con una dimensione sopra i 500 addetti rappresenta già una percentuale significativa per quanto riguarda il riuso, il riutilizzo, la ricerca. Ma questo cosa ci dice? Le aziende grandi già lo fanno in una misura che è un moltiplicatore pari a cinque rispetto alla media nazionale. Sappiamo che possiamo arrivare al 45% e sappiamo che la filiera può guidare la trasformazione. Ciò significa che le grandi aziende che già lo fanno possono chiederlo ai suoi fornitori strategici, in una dimensione territoriale che è limitrofa, perchè è chiaro che qui si deve mettere insieme la filiera e il concetto del distretto creando a questo punto la comunità idrica e per farlo serve naturalmente un fattore chiave che è la possibilità del depuratore.

Le aziende grandi devono essere uno stimolo sulle comunità territoriali e le aziende che possono guidare questo affinché questo si tiri dietro: naturalmente la piccola e media impresa. Per fare questo la banca di nuovo mette a disposizione 20 miliardi per finanziare gli investimenti. E c'è una cosa interessante: il consumo medio giornaliero di una famiglia è un caffè. Noi sappiamo che oggi il costo è estremamente contenuto per cui si può finanziare, cioè aumentare il costo dell'utilizzo per spingere il riciclo mettendo in pista quel sistema che è possibile.

Acea e Intesa possono fare tanto  e lo stanno facendo e si mettono a disposizione. È chiaro che dobbiamo rappresentare questa cosa in modo tale che diventi di interesse generale come lo è stata tutta la spinta che è stata data all’industria manifatturiera. La prossima volta magari aggiungiamo anche il concetto idrico."

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