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Di Stefano (Confindustria): "Per restare competitivi necessaria più integrazione tra Ue; Transizione energetica? Italia punti su rinnovabili e nucleare"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Riccardo Di Stefano, Presidente di Confindustria Giovani Imprenditori: " Necessaria cooperazione rafforzata tra piccoli gruppi di Stati membri per superare impasse"

31 Maggio 2024

Riccardo Di Stefano, Presidente di Confindustria Giovani Imprenditori, in occasione  del 53° Convegno di Confindustria Giovani Imprenditori a Rapallo, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia: 

"Si è parlato tanto delle sfide che l'Europa deve affrontare a otto giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento. Si tratta di sfide di integrazione, di maggiore unità e coordinamento, per poter contare in una competizione internazionale geopolitica, strategica ed economica sempre più dura, dove Stati Uniti e Cina stanno investendo in maniera corposa e con una forte politica centrale sui nuovi driver di sviluppo. Si è parlato in questo senso di Intelligenza artificiale, di difesa, di sicurezza e di incentivi all'innovazione delle imprese. La nostra ricetta dunque è un richiamo alla maggiore integrazione e alla responsabilità di cittadini per andare al voto e delle istituzioni di mandare uomini e idee migliori". 

Lei ha parlato della necessità di un'Europa più pragmatica, "L'Europa e l'Italia devono decidere da che parte stare"; come farlo e soprattutto qual è questa parte in cui schierarsi?

"Gli Stati membri, e in particolare l'Italia, devono farsi promotori di una cooperazione rafforzata a partire da gruppi più piccoli di Stati membri per superare impasse che si crea con il meccanismo di voto all'unanimità e i veti di Paesi più piccoli per tutte le scelte strategiche. Abbiamo per questo chiesto con forza che l'Italia e i Paesi più avanzati siano in prima linea per questo slancio di maggiore unità"

Ci troviamo in una situazione in cui da una parte ci siamo distaccati dagli approvvigionamenti russi a basso costo ma dall'altra parte ci sono ovviamente tanti costi da affrontare, dalla difesa all'adeguamento alle normative green. Come fare?

"Noi crediamo che l'obiettivo dell'autonomia energetica sia perfettamente conciliabile con gli obiettivi ambiziosi del green deal. Il problema è come sempre il metodo: si è scelto di imporre un'unica tecnologia, quella dell'elettrificazione forzata, senza tener conto delle peculiarità di ciascun Paese e delle filiere presenti in quel Paese. Noi crediamo invece che sia più corretto lasciare autonomia nei mezzi, purché il risultato sia quello di un abbassamento delle emissioni e di un minor spreco di risorse sostenibili. Questo vuol dire anche per il nostro Paese continuare nel processo di implementazione delle rinnovabili e perché no, anche con il nucleare di ultima generazione, e nel processo di diversificazione di fonti per non restare di nuovo dipendenti di Paesi spesso autocratici"

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