16 Maggio 2024
Vito Zongoli, Amministratore delegato di SENEC Italia, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"SENEC è una realtà tedesca nata circa quindici anni fa con l'obiettivo di innovare nell'ambiente attraverso la transizione energetica fatta con i sistemi di accumulo. Siamo stati tra i pionieri a lanciare sul mercato sistemi di accumulo intelligenti, come batterie che collegate all'impianto fotovoltaico potessero traslare il momento dell'utilizzo di energia elettrica prodotta dal sole. Circa quindici anni fa nascevano dunque i primi sistemi con batterie al piombo, e poi il percorso ha portato ad avere tecnologie nuove, a innovare e ad avere prodotti molto più efficienti fino a renderci oggi un punto di riferimento del mercato soprattutto per quanto riguarda l'accumulo.
L'azienda è presente prevalentemente in Germania, ma qui in Italia siamo arrivati circa cinque/sei anni fa e siamo cresciuti chiaramente in un ecosistema diverso da quello tedesco per esigenze di mercato differenti. SENEC in Italia è partita dall'essere un piccolo ufficio commerciale di una grossa azienda tedesca all'essere una grossa azienda a sua volta con centinaia di dipendenti e una doppia sede: insomma, un'azienda che è in grado di fornire non solo i prodotti ma tutta una serie di soluzioni e servizi destinati non solo al mondo residenziale ma anche quello industriale.
Questo per esempio con soluzioni di gestione delle comunità energetiche, che ad oggi rappresentano il punto di connessione tra mondo residenziale e mondo industriale, che farà parte di un unico macrosistema a livello di rete, che dovrebbe poi segnare finalmente un passo in avanti nei confronti della transizione energetica legando la produzione al consumo e all'utilizzo, come ad esempio si sta facendo con le auto elettriche".
"Il nostro percorso di crescita poi, come sempre succede, è stato fatto anche di tante sfide. Abbiamo attraversato il periodo del superbonus, le transizioni legate agli incentivi con qualche "peripezia governativa" che ancora caratterizza il mercato, fino a giungere oggi a un momento interessante grazie a un cambio culturale importante a livello europeo e in generale a livello mondiale.
L'Italia è stata tra i primi Paesi pionieri in Europa nel settore delle energie rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico. Anche per l'esposizione solare, il mondo del fotovoltaico residenziale è cresciuto negli ultimi anni, perché c'è stata maggiore attenzione ai costi dell'energia elettrica che sono aumentati a causa del conflitto Russo-Ucraino. Tutto questo insomma, ci ha portato oggi a trovarci all'interno di un processo di cambiamento culturale, dove il prodotto fotovoltaico è sicuramente un prodotto di riferimento anche per le generazioni più anziane, che magari una volta non erano interessate a questa tipologia di tecnologia. Si tratta dunque di un mercato molto interessante in cui SENEC vuole continuare a essere il punto di riferimento".
"SENEC è un'azienda che offre un pacchetto di prodotti e servizi a 360 gradi, e questo perché vogliamo abbracciare tutte quelle che sono le necessità dei nostri interlocutori.
Il nostro obiettivo è quello di fornire un pacchetto quanto più completo possibile di prodotti, ma non solo, perché noi vogliamo dare anche tutti quei servizi che tipicamente mancano all'installatore o all'utente finale. Non basta soltanto avere un prodotto, ma nel nostro concept c'è proprio quello di fornire un quantitativo di servizi che tendenzialmente ti fanno quasi dimenticare di un avere prodotto: dall'applicazione all'integrazione con la comunità energetica e il Power Purchase Agreement - PPA industriale.
In questo senso, la strategia è quella di diventare partner più che fornitori di quelli che sono i nostri clienti, e crescere insieme a loro mediante l'analisi delle esigenze dei nostri interlocutori.
Abbiamo sviluppato insieme a loro il meccanismo di cessione dei crediti, li abbiamo aiutati quando c'è stato il boom del Sperbonus, siamo stati gli unici in Italia a fornire i prodotti "gratis" pagati con i crediti generati facendo anche da banca ai clienti stessi, che ricevevano il materiale e lo pagavano solo una volta generato il credito.
I nostri interlocutori ricevono da noi prodotti e servizi e noi dai nostri clienti possiamo comprare i servizi d'installazione oppure lavorare insieme per fare qualche impianto industriale creando una vera e propria partnership biunivoca in cui appunto gli uni fanno crescere gli altri.
Un esempio ancor più concreto di questo legame è il Customer Transformation Program, che consente un confronto con il nostro interlocutore-cliente mediante una rete di consulenti a cui chiediamo come si può migliorare questa relazione, come fosse una sorta di "psicologo tra aziende".
"Sono sempre stata una persona amante delle sfide, e soprattutto dell'idea di poter "far crescere qualcosa". L'idea di creare qualcosa che possa essere più sostenibile, replicabile e che si possa espandere, è un qualcosa che ha sempre caratterizzato il mio pensiero nei confronti di SENEC, ed è dunque stata questa inizialmente la sfida più grande.
Quello che mi inorgoglisce maggiormente è quello che è stato in grado di fare questo team, partito da zero e arrivato a fatturare 150 milioni di euro in pochissimo tempo con uno spirito e un'energia che ha caratterizzato tutto questo viaggio.
Tutte le persone che sono qui dentro hanno dato il massimo per creare qualcosa; non è stato chiaramente semplice, ma è stato un percorso di crescita che ha consentito di creare relazioni e servizi, allargato un prodotto in una molteplicità di punti di interazione con il mercato. Questo è sicuramente l'aspetto più gratificante per qualcuno a cui piace realizzare e costruire, e questa è stata poi la filosofia che ha unito tutti qui dentro. Questa volontà e questa voglia ci hanno permesso di essere dove siamo e di continuare a crescere".
"Il DL agricoltura poteva essere gestito in maniera sicuramente diversa. Il vero tema è che il mercato delle rinnovabili non è un mercato sacrificale: se si vuole costruire un'industria italiana basata questo mercato non si può pensare di cambiare ogni anno o ogni sei mesi le carte in tavola, perché in questo modo non si riesce a fare filiera.
Noi volevamo aprire una fabbrica di moduli fotovoltaici in Italia, che richiede investimenti importantissimi, ma ad oggi siamo fermi perché queste continue modifiche normative non consentono di programmare.
In Germania per esempio sono riusciti a far crescere il mercato di rinnovabili pur non avendo le caratteristiche del mercato italiano, e lo hanno fatto mantenendo una stabilità politica e normativa. Il dl agricoltura cancella centinaia di milioni di euro di investimenti fatti da aziende del settore, da investitori italiani ed esteri, che avevano creduto in un settore che si era ormai stabilizzato e che aveva delle regole quasi ferme dal 2016.
Quello che fa il Dl è cancellare la possibilità di installare in aree che comunque non sarebbero state coltivate, perché parliamo di terreni incolti. Noi sappiamo che il patrimonio agricolo italiano è ampissimo e bastava meno dell'1% delle superfici incolte per poter realizzare gli obiettivi del 2030, ma così facendo hanno spazzato via non solo investimenti, ma anche la credibilità del Paese italiano e quindi del Governo stesso.
Ci auguriamo che venga fatto un passo indietro e che si possano utilizzare quei terreni incolti per poter fare impianti che diversamente costerebbero molto di più, non rendendo nemmeno competitivo il prezzo medio finito dell'energia per l'utente finale".
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