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Bernini (Maire): "2023 di grandi soddisfazioni, prevediamo +40% nel '24; presentato il piano 2024-2033, tra i pilastri il super ciclo di investimenti"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Alessandro Bernini, Amministratore delegato di Maire: "Mantenimento di un portafoglio di progetti in grado di esprimere una redditività superiore rispetto agli anni precedenti fondamentale"

05 Marzo 2024

Alessandro Bernini, Amministratore delegato di Maire, in occasione  in occasione del Maire Capital Markets Day, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"Dopo il risultati del 2023 guardiamo al futuro con grandissima serenità, in primis con soddisfazione, poiché abbiamo comunicato poco fa quali sono i target che ci prefiggiamo per il 2024, quindi una crescita molto importante nell'ordine del +40% rispetto a quanto abbiamo già consegnato al mercato nel 2023, con una pipeline commerciale estremamente in salute che ci dà anche la possibilità di poter traguardare un'ulteriore fase di crescita anche per gli anni successivi.

Altro punto importante è il mantenimento di un portafoglio di progetti in grado di esprimere una redditività anche superiore rispetto agli anni precedenti; e ancora volumi in crescita, una capacità di attrarre persone. Il fatto di continuare ad essere un polo attrattivo per personale qualificato della nostra industria è fondamentale. Stiamo trovando continuamente nelle varie geografie che ci interessano, dal sud est asiatico all'India in particolare arrivando anche in Europa. Abbiamo continuamente disponibilità di persone che vogliono venire con noi perché sanno che da noi trovano capacità di sviluppo e crescita che è difficile che riescano a trovare con altri posti, quindi questo pone le basi solide per poter guardare ad un percorso di crescita con grande serenità.

Abbiamo inoltre aggiornato il piano industriale dell'anno scorso, aggiornamento estremamente importante per il tassi di crescita che abbiamo espresso. 

Certamente uno dei grandi pilastri è quello che abbiamo definito il super ciclo di investimenti, in particolare nel cosiddetto downstream, quindi quella porzione della Energy value chain. Questo perché la gente decide di investire nella trasformazione, quindi non più utilizzare risorse naturali per finalità energetiche, ma di trasformarle in qualcos'altro, come in fertilizzanti o in ammoniaca.

Ancor più importante è il fatto che in tutte le geografie questo sentimento e questa volontà di imprimere una velocità diversa ai percorsi di decarbonizzazione impone quello di accompagnare le soluzioni tradizionali con soluzioni innovative, volte a ridurre l'impronta carbonica e l'utilizzo di energia, e quindi ad essere più efficienti da un punto di vista energetico oppure addirittura ad utilizzare un tipo di materia prima diversa rispetto a quello che si è utilizzato fino a ieri. Quindi non più olio e gas ma possono essere rifiuti, può essere l'energia elettrica che diventa grazie al processo di elettrolisi idrogeno.

La combinazione delle due capacità, di eseguire il grande stream di investimenti delle majors, accompagnata dalla possibilità di dare una soluzione tecnologica innovativa, è quello che risulta essere vincente, ed è stata vincente anche nelle ultime acquisizioni di portafoglio". 

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