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Ricerca Next Generation Leadership, l’AD Key2people: “Paese in ritardo nella capacità di gestire il cambiamento manageriale”

Calabrese, AD Key2people: “Gestire la transizione di crescita manageriale facendo coesistere competenze precedenti e nuove richieste dall’innovazione, base della competitività del Paese” l’intervista al GdI

24 Gennaio 2024

Bain & Company e Key2people hanno presentato una Ricerca congiunta sulle difficoltà di costruire una nuova classe manageriale italiana all’evento "Next Generation Leadership: il ricambio della classe dirigente come elemento di competitività del Paese”, tenutosi oggi a Roma. 
Cristina Calabrese, Amministratore Delegato di Key2people, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:

“Il Paese, emerge dalla Ricerca, è un po’ in ritardo nella capacità di gestire il cambiamento manageriale, che noi intendiamo non tanto come cambio generazionale, ma come una gestione intergenerazionale. Cioè far crescere la nuova classe manageriale, ma consolidando know how, tradizione, esperienze, che hanno fatto e fanno il successo di molte imprese.

Quello che emerge è il bisogno di far leva su competenze nuove, che sono quelle dell’innovazione, della sensibilità alla sostenibilità, alla multiculturalità, alla presa di rischio sul futuro, che sono più fini alla nuova classe manageriale e che garantiscono competitività al Paese.

Questa è la parola chiave, gestire una transizione corretta di crescita manageriale e far coesistere competenze precedenti, rispetto alle nuove competenze richieste dall’innovazione, sono alla base della competitività del Paese.

Ci sono alla base degli elementi strutturali di rallentamento, uno è l’ingresso nel mondo del lavoro ritardato e l’altra è la struttura proprio del Paese, di carattere industriale, quindi con un mix di popolazione che tende a un’età più alta. La piccola e media impresa, che da un lato è un tessuto fondamentale per il Paese, dall’altro però effe posizioni manageriali scarse teniamo presente che sono un terzo dei vertici delle offre posizioni manageriali scarse. Teniamo presente che solo un terzo dei vertici delle family company è rappresentato da management esterno alla famiglia. Quindi queste cause strutturali, in più il sistema pensionistico, che non favorisce sicuramente il ricambio generazionale e quello fiscale, rappresentano dei deterrenti a favorire questo fenomeno di ricambio.

Occorre porre rimedio in maniera sistemica, sia da parte delle imprese, dandosi delle politiche di gestione, che favoriscano la successione, che po Fano dei cap di età ai vertici, che aiutino sistemi di mentorship per favorire il ricambio. Sia da parte delle istituzioni, quella universitaria e quindi sulla formazione, favorire l’ingresso al lavoro, l’adiacenza lavoro scolarizzazione, governance. Quindi occorre muoversi in maniera sinergica, sul piano sia privato sia pubblico.”

Dalla ricerca emerge come oggi, nel nostro Paese, l’età media dei CEO di società quotate si attesti sui 60 anni e – legata ad una maggiore durata della carica ricoperta - stia ulteriormente invecchiando, rispetto ai 55-58 anni che si registrano tra i vertici di realtà quotate di altri Paesi europei. Anche per quanto riguarda prime linee e board assistiamo alla stessa tendenza: il nostro Paese ha tra i 2 e i 5 anni di “maggiore età” rispetto alla media europea. E tutto ciò nonostante la dimensione media delle nostre aziende sia nettamente inferiore. Questa situazione ha un costo per il Sistema Paese: il maggior contributo legato a una leadership più giovane – quindi più incline all’innovazione, internazionalizzazione e ai nuovi trend, potrebbe tradursi in un valore compreso tra i 20 e i 40 miliardi di euro (1-2% del Pil italiano). Le cause dell’attuale squilibrio generazionale al vertice, secondo la ricerca, possono essere individuate in una serie di fattori strutturali che incidono sulla domanda e offerta di profili executive giovani, ma anche in una mancata valorizzazione e creazione di percorsi alternativi e di advisory dei profili più senior. Investire su un ribilanciamento tra generazioni - una leadership intergenerazionale – è quindi centrale per sbloccare un vantaggio competitivo per il Paese. In tal senso, un’azione sinergica di Istituzioni e imprese è imprescindibile.

All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, Andrea Casaluci (CEO Pirelli), Elena Goitini (AD di BNL e Responsabile BNP Paribas per l’Italia); Gioia Manetti (SVP, CEO AutoScout24 Spa, CEO AUTOproff Italy)Chiara Russo (CEO e Co-founder di Codemotion);Fabio Vaccarono (Presidente e CEO del Gruppo Multiversity). L’evento è stato moderato dalla giornalista di Sky TG24 Tonia Cartolano.

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