05 Dicembre 2023
Orazio Iacono, Amministratore delegato del gruppo Hera, in occasione del workshop Heracademy “L’intelligenza nel futuro: nuovi orizzonti per guidare il rapporto tra intelligenza umana e artificiale” ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
“L'intelligenza artificiale è già strategica per aziende come la nostra, che ha una forte propensione all'utilizzo dei dati e ci dà quindi già da subito l'opportunità di aumentare il vantaggio competitivo ed offrire alle nostre comunità servizi sempre più efficienti, più efficaci e più resilienti per poter rispondere meglio alla alle sfide globali che ci attendono da qui ai prossimi dieci anni, come cambiamento climatico e sicurezza energetica.”
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa, ci sono dei rischi?
“Oltre ai rischi classici come il i lavori che possono sparire, ma ne nasceranno degli altri, poi c'è l'etica, la trasparenza per le persone. Ne vedo uno che è particolarmente critico e riguarda ad esempio le infrastrutture: la disumanizzazione dei processi decisionali ovvero la esternalizzazione dei processi decisionali come affidarsi praticamente agli algoritmi, che danno un vantaggio enorme ma non ti permettono di agire autonomamente, quindi qui ci vuole un'azione di controllo importante a valle degli algoritmi per poter controllare il tipo di decisione che viene presa e per evitare che possano determinare poi delle decisioni che siano eticamente sbagliate.“
Il Gruppo si muoverà in un connubio tra intelligenza digitale e umana?
“Assolutamente sì, l’intelligenza artificiale è già una realtà per il nostro gruppo lo sarà sempre di più nel nello sviluppo del nostro piano industriale e questo ci permetterà di migliorare il benessere delle nostre comunità e di aumentare la produttività della nostra azienda.”
Nel futuro, più intelligenza artificiale o umana?
“Ma io credo che c'è da chiedersi se l'intelligenza artificiale oggi è solo capacità di elaborare dati più rapidamente o invece rilevi aspetti sulla realtà che gli umani non riescono a rilevare. Io credo molto più alla seconda e credo che con l'intelligenza artificiale, soprattutto quella generativa, possa nascere un nuovo ambiente di lavoro e di vita che possa dare più benessere e più produttività.”
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