22 Settembre 2023
L’edizione 2023 del RETAIL SUMMIT si pone l’obiettivo di ispirare attraverso la testimonianza di ospiti internazionali e nazionali che racconteranno esperienze concrete di innovazione nel nuovo contesto phygital. In quest'occasione Il Giornale d'Italia ha intervistato Mario Resca, presidente di Confimprese, che nel corso degli anni unito il ruolo di amministratore in Eni, Mondadori, Rizzoli, Gianni Versace, L'Oréal a quello di specialista di turn-around aziendali
"Il retail sta soffrendo, i consumi stanno soffrendo, a causa dell’inflazione, per i costi dei trasporti, delle energie… è un peccato, perché l’anno 2023 era iniziato molto bene, il trend era positivo, la voglia di uscire, di consumare e di gratificarsi c'era. L’estate è stata positiva per la consumazione e per il turismo, ma oggi purtroppo l’inflazione continua a mordere, lo scenario generale non è brillantissimo, quindi la situazione è complessa e ci si muove in modo “agile”: di consumatori ce ne sono tantissimi, ma avendo meno budget cercano dove andare per comprare gli stessi prodotti ad un prezzo più competitivo perché il budget che hanno, la borsa della spesa, il denaro che possono spendere è quello, quindi comprano meno prodotti perché i prezzi sono aumentati. Quindi questo è il problema. I tassi di interesse sono quelli che stanno penalizzando tutto il mondo delle imprese, ci auguriamo che chi prende decisioni a livello europeo sui tassi di interesse ci dia un po’ più di fiducia.
Per quanto riguarda il governo Meloni innanzitutto la continuità è un valore importante e dunque ci auguriamo che il governo duri, che ci sia certezza nella durata del governo, di modo che sia coerente. Il governo Meloni ha molte cose da fare, e c'è molto entusiasmo da parte del primo ministro. Ci sono problemi politici, c’è l’opposizione: si fa politica. Noi siamo preoccupati perché la situazione non sta migliorando, ed era partita bene.
Nonostante le difficoltà, ci auguriamo che ci sia stabilità di governo: le imprese in questo momento hanno bisogno di certezze, abbiamo bisogno di pianificare, abbiamo bisogno di iniziative e apprezziamo moltissimo il taglio con cui si sta dando aiuto alle imprese e alle famiglie, che non è mai sufficiente perché la situazione peggiora, però c’è bisogno di questo e che ci sia la volontà di farlo.
I numeri non sono a favore di questo governo in questo momento, ci auguriamo che con le risorse, la volontà, la capacità, sia possibile cambiare. Perché chi crea la ricchezza sono i prezzi, noi abbiamo addirittura difficoltà a trovare personale nel retail. Il retail è un settore ad alto consumo di manodopera e di giovani che, chiamiamolo reddito di cittadinanza o quant’altro, ha creato grossi problemi e ci auguriamo che migliori perché le potenzialità sono alte.
La gente vuole star bene, vediamo che c’è la voglia di stare bene, ovviamente è una situazione molto complessa per le ragioni che conosciamo e che ci rendono cauti. Debbo dire, a discapito di tutto ciò, che quest'anno sono stati aperti oltre 3000 punti vendita quindi la velocità di aprire nuovi punti vendita delle aziende che noi rappresentiamo è positiva: non si è rallentata, quindi si apre. Si apre perché molto commercio internazionale è in difficoltà, e il nostro settore che rappresenta catene di negozi monobrand che consentono di essere più vicini al cliente di fatto ed hanno economie di scala, che forse l’operatore isolato non ha.
A complicare la situazione c’è anche lo scacchiere geopolitico, la guerra in Ucraina è una situazione che nessuno sembra essere in grado di risolvere. Si parla di armamenti, di spese militari, in tutto il mondo lo scenario è preoccupante da questo punto di vista e questo è un ulteriore elemento. Le risorse vengono messe su spese militari, non tutti i paesi ne beneficiano, molti ne beneficiano, anche l’Italia ne beneficia: noi siamo anche produttori di armamenti di difesa o offesa, dipende da che punto di vista si guarda. Il mondo è in guerra, ce ne sono sempre state, fa parte della natura dell’uomo: purtroppo però non vediamo soluzioni.
L’Europa non riesce a risolvere la situazione e neanche la diplomazia riesce a risolvere le dinamiche bellicose.
L’Europa, ad esempio nella questione migranti, non è unita, l’Europa è fatta da storie diverse, vari paesi, lingue diverse, l’Europa unita è un’utopia? È un punto a cui arrivare e io mi auguro che la ragione di stato possa contribuire a rendere l’Europa più coesa e decisa a difendere i propri confini. Noi stiamo attribuendo ad altri paesi ciò che ci compete”
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