09 Settembre 2023
Il Giornale d'Italia ha intervistato Barbara Stefanelli, Vicedirettrice vicario del Corriere della Sera, in occasione del festival "Il tempo delle donne" in Triennale a Milano:
Che cos'è "Il tempo delle donne" e quanto sono importanti eventi come questi per la società?
"Il tempo delle donne rappresenta per noi un momento in cui le indagini giornalistiche entrano in una piazza reale e quindi verificano che ciò che stiamo facendo abbia senso per le lettrici, per i lettori, per le navigatrici e per i navigatori. Il tema delle nostre indagini, che quest’anno è la libertà, lo mettiamo quindi ogni anno sui banchi, in giardino, nei corridoi e vediamo se il nostro mix di pop e di profondità riesce a produrre quei piccoli cambiamenti che ci auguriamo avvengano per avvicinarci a come vorremmo vivere. Quest’anno il tema del decennale è la libertà, ed è un segmento importantissimo nella storia del corriere della sera; quando Luigi Albertini fu costretto a lasciare il Corriere della Sera nel 1925 (lui era direttore ed editore), scrisse un commiato in cui diceva che tutte le libertà sono solidali tra di loro; noi ci crediamo davvero, crediamo che la libertà sia una parola che andrebbe intesa al plurale ma che debba pur sempre essere un progetto collettivo, non una spallata individuale. Ogni anno abbiamo tentato di scegliere un’area da indagare, abbiamo parlato di verde, di donne, di uomini, di maternità, di lavoro, di felicità, di sesso, di amore… ogni volta scegliamo un tema che poi è al centro di tutti gli incontri e cerchiamo di mettere insieme personalità diversissime, da cantanti e attori a filosofi e scienziati, insomma osservatori di ogni spazio possibile della conoscenza, sperando che qualcuno venga qui per vedere Mahmood e incrociando poi una filosofa possa tornare a casa con un insegnamento in più".
Il tempo delle donne, ma che ruolo possono e devono avere gli uomini in questo tempo?
"Questa è una domanda giustissima... sin dalla prima edizione del 2014 ci siamo detti che per accelerare cambiamenti dobbiamo mettere insieme storie, idee e azioni possibili di donne e uomini affianco. Gli uomini devono essere parte del cambiamento e non devono sentirsi minacciati, perché la nostra convinzione è che il tempo delle donne, cioè un tempo in cui le donne hanno più spazio, più libertà, più possibilità, sia un tempo migliore per tutti, anche per gli uomini, che scopriranno altri spazi. Perché gli stereotipi e i pregiudizi fanno male alle donne, ma tengono incatenati anche gli uomini a dei ruoli che magari si sentono stretti e non più adatti a loro così come sono adesso".
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