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Crippa, Cattolica Assicurazioni: "Il problema della sottoassicurazione nel non profit è culturale. Serve implementare il risk management"

Il responsabile business development & marketing di Cattolica Assicurazioni, Carlalberto Crippa: "Il terzo settore ha un impatto del 5% sul PIL ed occupa oltre 6 milioni di italiani"

20 Settembre 2022

Carlalberto Crippa, responsabile business development & marketing Cattolica Assicurazioni ha affermato a Il Giornale d'Italia

“Rapporto creato in collaborazione con il Centro Studi dell’Università Cattolica di Milano, atto ad evidenziare l’importanza del terzo settore già oggi in Italia, uno dei motori strategici del nostro Paese grazie al fatto che crea una rete di welfare sul territorio molto pratica, tempestiva ed efficace, in grado di dare un supporto importante alla società ed alla collettività. Il rapporto misura la dimensione del terzo settore: oggi ha un impatto sul PIL del 5%, occupa più di 6 milioni di italiani come volontari o come dipendenti, ed impegna oltre 360mila enti sul territorio, enti che devono affrontare delle sfide importanti che nel rapporto abbiamo sintetizzato con la capacità di maturare tre caratteristiche: la stabilità, l’efficacia e la gestione del rischio, caratteristiche che sono per noi indispensabili per far sì che questi enti aumentino la propria resilienza e quindi la capacità di essere sostenibili nel tempo e risolvere quello che oggi è il punto di debolezza maggiore del terzo settore che è l’alto tasso di mortalità quindi di enti che ogni anno cessano la propria attività perché non riescono economicamente a rimanere in piedi. Mediamente sono oltre 12mila gli enti che ogni anno non ce la fanno. Per cui cattolica propone una serie di strumenti, di soluzioni e anche di coperture assicurative per aiutare gli enti del terzo settore a maturare questa maggiore resilienza e capacità di essere più sostenibili nel lungo termine.

Siamo in un Paese che ha un problema di sottoassicurazione comune a tutto il Paese anche nell’ambito for profit della nostra azienda. La situazione è ancora più evidente nel non profit, questo chiaramente è legato ad una mancanza di cultura del risk management da parte dei manager che gestiscono e amministrano questi enti, per cui uno degli impegni profondi di cattolica assicurazione è proprio su tematiche di formazione cioè dare conoscenze, competenze e strumenti a chi gestisce gli enti del terzo settore per cercare di gestire in maniera più efficace quelle che sono le tematiche di risk management, cioè trovare delle soluzioni per gestire i rischi non tollerabili, cioè quegli eventi che se accadessero durante l’anno porterebbero alla morte dell’ente per incapacità di resistere alle sollecitazioni negative che un evento può comportare. Da un lato quindi cultura ma dall’altro, secondo me, anche offerta da parte dell’industria assicurativa perché l’industry deve impegnarsi per fare un passo in più verso il terzo settore proponendo dei servizi e delle soluzioni che siano ritagliati su misura per quelli che siano i bisogni di un settore che è molto eterogeneo al suo interno e che è molto differente dall’impresa for profit. Questo è il motivo per cui in Cattolica Assicurazioni abbiamo creato una business unit dedicata a questo mondo ed offriamo, con Cattolica & Non Profit, questo eco sistema di coperture e di servizi che sono specificatamente disegnati, realizzati e pensati per gli enti del non profit.”

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