11 Novembre 2025
"Ti accuso, Benjamin Netanyahu, del massacro del 7 ottobre. Ti accuso di aver finanziato Hamas e di aver chiuso un occhio". Sono queste alcune delle durissime accuse lanciate dalla deputata dell'opposizione Naama Lazimi contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante il plenum della Knesset.
Ieri, 10 novembre, Netanyahu è intervenuto durante la seduta plenaria del Parlamento israeliano per fare il punto della situazione: una fase uno palesemente traballante, ma di cui è tornato a millantare la tenuta mostrando i muscoli, promettendo cioè di usare il "pugno di ferro" per fare rispettare il cessate il fuoco più volte violato. Tra i numerosi interventi però uno si è levato accorato, quello della parlamentare dell'opposizione Naama Lazimi che, davanti ad un Netanyahu infastidito, ha urlato il suo J'accuse contro il primo ministro.
Definendolo "Peste e nemico interno", Lazimi ha puntato il dito contro Netanyahu e la sua politica genocida: le accuse - ben note - sono di aver finanziato i miliziani permettendo il loro rafforzamento, ma soprattutto di aver volutamente ignorato tutti i protocolli di sicurezza che quel 7 ottobre 2023 già annunciavano l'imminente attacco di Hamas. Tutto per permettere la continuazione del suo piano genocida contro i civili palestinesi. "Io ti accuso" è stato il refrain che ha scandito il tono di condanna: "Anche se lei dorme con coscienza pulita, noi non dimenticheremo".
"Grideremo contro l'abbandono. Una commissione statale d'inchiesta dev'essere istituita" ha continuato Lazimi riferendosi alle richieste di creare un'organismo d'indagine sul 7 ottobre apertamente respinte da Netanyahu perché "divisive" per il popolo durante una guerra ancora in corso. Tutto questo mentre, viceversa, famiglie in lutto e leader dell'opposizione come Yair Lapid e Benny Gantz tallonano affinché venga fatta piena luce sulle carenze che intelligence ed esercito dimostrarono durante l'attacco dei miliziani di due anni fa. "La sicurezza non è uno strumento politico, mi sente? (...) La sua corruzione è diventata una piaga nazionale. Ogni persona corrotta diventa suo partner. (...) Il processo per un solo uomo ha preso in ostaggio un'intera Nazione. Io la accuso, Netanyahu, di aver dimenticato cosa significa essere Ebreo. (...) Senza coscienza e senza Dio".
Poi il discorso continua i toni vibranti con un riferimento autocentrato, prima di passare ad altre accuse: "Io, la marocchina, la tradizionale donna proveniente da Migdal HaEmek, le dice: rompere il muro che lei ha costruito! Puliremo il veleno che ha qui versato per trent'anni".
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