10 Novembre 2025
Benjamin Netanyahu, Jared Kushner, Steve Witkoff
"Gaza sarà smilitarizzata e Hamas sarà disarmato: ciò accadrà con le buone o con le cattive". Benjamin Netanyahu è tornato ad assicurare la sua posizione sostanzialmente bellicista in seduta plenaria davanti alla Knesset, proprio oggi che a Gerusalemme si è tenuto il vertice con gli inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner.
Quello di oggi, 10 novembre, a Gerusalemme è il primo ritrovo del premier israeliano con l'inviato della Casa Bianca Witkoff e il genero di Trump Kushner dopo la stipula formale del controverso accordo di "pace" avvenuta a Sharm el-Sheikh agli inizi di ottobre. A distanza di un mese dai patti di un cessate il fuoco mai realmente rispettato dalla controparte israeliana, oggi gli inviati statunitensi si sono ritrovati tutti insieme ad Israele proprio per discutere di quella che, sulla carta, sarebbe la seconda fase del piano: la smilitarizzazione della Striscia e il discusso disarmo di Hamas. E, naturalmente, le misure con cui continuare a "tenere duro" sul cessate il fuoco tanto sul fronte palestinese quanto su quello libanese.
A quanto emerge inoltre, il genero diplomatico del tycoon starebbe conducendo fitti negoziati per fare in modo di ottenere il disarmo di Hamas in cambio di un passaggio sicuro a circa 150-200 miliziani rimasti intrappolati nel territorio palestinese sotto dominio israeliano. Una proposta che già circolava lo scorso 29 ottobre e che si basava sulla sostanziale mediazione di agenti egiziani e qatarioti. L'incontro Netanyahu-Kushner-Witkoff ha riguardato però anche "l'istituzione della forza internazionale di stabilizzazione, i cui dettagli, ovviamente, sono in fase di discussione" ha dichiarato la portavoce dell'ufficio del premier israeliano.
Ma ciò su cui Netanyahu, in plenaria alla Knesset, ha voluto insistere è stata ancora la fase uno, e in particolare quella difficoltosa tregua dai bombardamenti che le Idf stesse stanno continuando a violare ma le cui responsabilità addossano ad altri. Israele farà rispettare il cessate il fuoco col "pugno di ferro" è tornato a minacciare Netanyahu rivolgendosi tanto a Gaza quanto al Libano. Almeno "finché esisteranno" tali accordi, si è poi assicurato di specificare, tornando a mostrare i muscoli anche sul disarmo dei miliziani, "che avverrà, con le buone maniere o con le cattive". E poi, ancora l'insistenza sul conflitto: "la guerra non è finita. Chi cerca di farci del male si sta riarmando. Non hanno rinunciato al loro obiettivo di distruggerci".
Poi, sempre durante il dibattito alla Knesset, il delicato passaggio sulla creazione di una formazione d'inchiesta statale per il 7 ottobre 2023. "Un'enorme maggioranza nel popolo non crede in una commissione d'inchiesta" ha detto Netanyahu prima di essere interrotto da un sonoro "vergogna" emesso dalle famiglie delle vittime di Hamas. Netanyahu ha poi virato il discorso, tornando a lodare i successi militari israeliani.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia