15 Luglio 2025
Timothy Parker Eaton, ufficiale di macchina a bordo del Bayesian, ha rilasciato alla procura dichiarazioni contraddittorie e tecnicamente imprecise durante l’interrogatorio seguito al naufragio della nave. “Non ho attivato i motori principali anche se la situazione richiedesse l'attivazione dei motori. Dalla sala macchine non si possono attivare, si fa solo da fly bridge”, ha detto ai magistrati. Ma non è così: sugli yacht Perini Navi, come il Bayesian, i motori possono essere accesi anche direttamente dalla sala macchine.
“Quando si è accorto del maltempo?”, chiede la procura.
“Non so l'ora, stavo dormendo nel mio letto e il vento mi ha fatto cadere”, ha dichiarato Eaton. Un dettaglio che pesa: l’ufficiale di macchina, responsabile dei sistemi di propulsione, sarebbe stato colto di sorpresa da una tempesta al punto da cadere dal letto senza preavviso.
Ancora più rilevante l’assenza di segnali d’allarme: “Ha sentito qualche segnale dall'allarme?”, incalzano i pm.
“No, non ho sentito nessun segnale”.
Dalla ricostruzione, risulta che una volta sveglio Eaton non abbia attivato immediatamente i motori della nave. “Penso che la barca non oscillasse perché l'ancora veniva trascinata e arava quindi l'inclinazione veniva mantenuta una volta sveglio”, ha affermato il macchinista, che avrebbe sottovalutato i segni del cedimento imminente.
Quando gli viene chiesto cosa abbia fatto subito dopo, Eaton spiega: “Sono andato nella Control Room e ho acceso gli altri due generatori diesel, non c'era acqua all'interno perché si sarebbero spenti autonomamente per colpa dell'inclinazione della nave”. Ma a quanto pare non c’è traccia di allarmi: nessun segnale acustico, nessun coordinamento apparente con il comandante.
“Avrei comunicato con il capitano, ma a causa del vento forte ho fatto tutto senza”, dichiara ancora. Eppure, la frase che fa più rumore è quella sull’attivazione dei motori principali: “Non ho attivato i motori principali anche se la situazione richiedesse l'attivazione dei motori. Dalla sala macchine non si possono attivare, si fa solo dalla control room”.
Un’affermazione falsa. Gli inquirenti lo sanno: sui Perini Navi, come il Bayesian, i motori possono essere accesi anche dalla sala macchine.
L’interrogatorio prende una svolta improvvisa con il racconto dell’inclinazione estrema della barca: “Quando ero nella timoneria la barca è passata improvvisamente fino a 90° di inclinazione. Io ero sotto shock i generatori si sono spenti, si sono accese le luci di emergenza. Sono riuscito ad aprire credo la porta a sinistra”. Seguono momenti concitati: “C'è stato blackout, la nave ribaltandosi ha fatto spegnere i generatori. Si sono spenti perché non c'era pressione nell'olio”.
Ma la procura ha in mano un video. E mostra a Eaton le immagini della tempesta: le luci si spengono prima che la barca si inclini. “La luce in cima all'albero è rimasta nonostante quelle più in basso si siano spente”, ammette lui, spiazzato, rivedendo la scena.
“Non me lo so spiegare, non avrei mai pensato che una barca come il Bayesian potesse affondare solo per il vento. Ho attraversato uragani e tempeste. Deve essere stato solo il vento ad aver causato un naufragio del genere”, conclude Eaton.
Si possono accendere i motori del Bayesian direttamente dalla sala macchine e senza passare per il Fly bridge, ovvero la plancia sul ponte dello yacht? La risposta è sì. Nella sala macchine c’è un tasto arancione che indica quando i motori sono accesi e attivi sul fly bridge. Basta accedere ad un tasto verde protetto con la scritta “In Command” e la gestione dei motori passa nella ECR, ovvero in “Engine Control Room”, la sala macchine. Il passo successivo è l'ingaggio delle frizioni che avviene con il tasto rosso “Clutch Out”. Una volta fatto questo procedimento, i motori sono attivi nella sala macchine.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
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