08 Luglio 2025
"Ho notato un gommone che dalla località Olivella si stava spostando verso il porto di Porticello in direzione della barca che stava affondando", così un testimone oculare del naufragio del Bayesian il 19 agosto 2024. Secondo lui, sull’inabissamento dello yacht Perini Navi “ci sono state cose strane”.
La testimonianza, raccolta dalla trasmissione Quarta Repubblica, aggiunge un tassello finora ignoto all’inchiesta condotta dalla Procura di Termini Imerese. Secondo quanto riferito dal testimone – titolare di una struttura affacciata sulla baia di Porticello – la presenza di quella piccola imbarcazione nei pressi del Bayesian solleva nuovi dubbi: “Ci sono state tante cose che non vogliono dire, per me”, ha detto davanti alle telecamere, alimentando sospetti su possibili reticenze.
Le sue telecamere puntavano sulla zona del naufragio, ma – dettaglio cruciale – non erano dotate di sistemi di registrazione. Il racconto dell’uomo, dunque, resta basato esclusivamente sulla sua memoria visiva di quella notte. Ricostruisce che il Bayesian era ancora inclinato quando il gommone è comparso. Poi, il ribaltamento improvviso: “La barca si è subito capovolta”, avrebbe riferito agli inquirenti.
Alle domande degli investigatori, il testimone non ha potuto fornire altri elementi – ad esempio, quante persone ci fossero a bordo del gommone – poiché “c’era buio”. Durante l’intervista, l’uomo ha spiegato che “il gommone era della barca che era posteggiata là”, suggerendo che “hanno avuto il segnale e si sono spostati per andare a soccorrerli”.
Una ricostruzione non confermata ufficialmente, ma che apre a nuove riflessioni. L’uomo, visibilmente restio a esporsi, ha aggiunto: “Non voglio parlare perché ho problemi con il capitano della Guardia Costiera, perché mi guarda con gli occhi storti”. E poi, insistendo sulla sua percezione: “Per me c’è stato qualcosa. Non penso che sia una cosa normale. Non può affondare in un momento”.
Le autorità, dal canto loro, restano prudenti. Le indagini proseguono e, finora, la pista più accreditata resta quella di un errore umano. Secondo le prime perizie, infatti, il Bayesian sarebbe stato già inclinato di almeno 15 gradi prima che la tempesta lo colpisse.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
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