16 Giugno 2025
“Ho fatto un incubo, il DNA di Andrea sullo yogurt nella spazzatura dei Poggi”. Così l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, racconta la sua inquietudine per gli sviluppi dell’inchiesta sul delitto di Garlasco. I nuovi accertamenti disposti nella villa della famiglia Poggi riaccendono i riflettori su reperti mai analizzati nel 2007, tra cui un vasetto di yogurt. Un dettaglio che, secondo Lovati, potrebbe trasformarsi in una trappola.
L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio insieme alla collega Angela Taccia, torna a parlare del caso Garlasco dopo le recenti dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione "Quarto Grado". In un’intervista pubblicata da Il Giorno, Lovati ha espresso le proprie preoccupazioni in merito agli ultimi sviluppi dell’inchiesta condotta dalla Procura di Pavia.
Il timore più grande, spiega il legale, riguarda un particolare oggetto repertato nel 2007 e mai finora analizzato: un vasetto di yogurt ritrovato tra i rifiuti nella casa di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto di quell’anno. “L'incubo è legittimo – dichiara Lovati – in quanto si tratta di uno tra gli oggetti non presi in considerazione nel 2007. Le altre cose che hanno sbandierato non mi preoccupano. Le unghie, l’impronta, non le temo. Il Fruttolo sì”.
Sempio è ufficialmente indagato nell’ambito della nuova indagine sulla morte della giovane. Secondo il legale, l’intera operazione investigativa presenta elementi problematici fin dal principio. “Fin dall’inizio ho messo i puntini sulle 'i' sull’insidiosità di questa indagine. Già partendo dal capo d’incolpazione, in concorso, che non lascia spazi difensivi: è ingannevole”, spiega l’avvocato, sottolineando anche il suo disappunto per le modalità con cui il suo assistito è stato nuovamente convocato per il prelievo delle impronte digitali. “Poi chiamano il mio assistito per rifargli le impronte con l’inchiostro: non mi posso fidare. Se da una parte c’è slealtà, dall’altra parte c’è malfidenza. E – conclude – si spiegano anche gli incubi”.
Lovati ribadisce comunque la totale fiducia nella perizia tecnico-scientifica e nell’innocenza del suo assistito: “Sono certo dell'innocenza del mio assistito” e conferma di fidarsi dei periti “al mille per mille”.
Nel frattempo, a Milano è iniziata la fase preliminare dell’incidente probatorio disposta dalla GUP di Pavia, Daniela Garlaschelli. Lo scorso 12 giugno, presso la caserma dei carabinieri di via Moscova, è avvenuta la consegna dei reperti ai periti nominati dalla giudice: la genetista Denise Albani e Domenico Marchigiani. Presenti anche i consulenti delle parti, tra cui l’ex comandante del RIS di Parma Luciano Garofano e Marzio Capra per la famiglia Poggi.
Le buste sigillate, contenenti i materiali da esaminare, saranno aperte il prossimo 17 giugno, giorno in cui avranno ufficialmente inizio gli accertamenti irripetibili disposti nell’ambito della nuova inchiesta.
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