27 Maggio 2025
L’ex maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto, all’epoca comandante della stazione di Garlasco e tra i primi a intervenire sul luogo del delitto, ha rilasciato un’intervista nella quale ha condiviso particolari inediti e critici sulle prime fasi dell'inchiesta del delitto di Garlasco.
"Notai da subito che c'erano troppe persone all'interno della villa dei Poggi. In ordine dovevano esserci: il magistrato, il comandante del reparto e della compagnia, gli addetti ai reperti e quelli alla fotografia, ma ce ne erano molte di più. C'era davvero tanto sangue e gli operanti non erano adeguatamente bardati", ha dichiarato l’ex maresciallo, facendo luce su una possibile contaminazione della scena del crimine.
Una gestione caotica e poco conforme ai protocolli investigativi, secondo Marchetto, che prosegue sottolineando come l’accesso alla villa fosse stato sostanzialmente incontrollato: "I calzari buona parte delle persone li avevano indossati, ma i guanti non li avevano tutti. Mi sono soffermato sul luogo del delitto per quanto di mio interesse, ma lì erano già un paio di ore che la gente entrava e usciva".
Parole pesanti, che riaccendono il dibattito su eventuali errori o negligenze commesse nelle ore decisive dopo il ritrovamento del corpo di Chiara Poggi. Ma non è tutto: Marchetto avanza anche un’accusa inquietante in merito a un testimone del caso, la cui testimonianza fu successivamente ritrattata. "Ha raccontato la verità ma ha ritrattato perché è stato minacciato o intimidito da qualcuno che era all'interno della Procura in quel momento", ha affermato senza mezzi termini.
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