14 Febbraio 2024
L'ex ambasciatrice Elena Basile è stata intervistata dal Giornale d'Italia per parlare del tema del momento: la guerra in Medioriente. Un tema che l'ha accompagnata molto in questi ultimi mesi, ospite nelle trasmissioni in tv per parlarne e per dare un punto di vista differente da quello del mainstream.
"Ritornata in Europa e purtroppo ho riletto i giornali. È pazzesco che con tutto quello che succede, 100 morti a Rafah per l'azione militare di un governo israeliano criminale, in Italia si discuta di Sanremo, se un'artista abbia la possibilità di esprimere un'opinione. Io sono assolutamente preoccupata per quello che sta avvenendo, in Europa in genere, ma in modo particolare in Italia perché purtroppo a volte il nostro provincialismo rende tutto ancor più grottesco".
"L'alto rappresentante della politica estera europea Borrell, che sulla crisi in Ucraina diceva cose di cui era difficile rintracciare la razionalità, sulla Palestina e su Gaza vanta la logica. Purtroppo il nostro governo non dice nulla, continuano gli esponenti di questo governo a balbettare che bisogna fare attenzione ai civili, ma non si condanna, non si condanna assolutamente Netanyahu. Si ha paura di dire qualcosa. Qualcosa nel contesto storico perché, dire che siamo spiacenti delle morti dei bambini nella storia è una cosa bella, certo, però lascia il tempo che trova. Noi viviamo in questo periodo storico e in questo periodo storico c'è una strage di innocenti che è attuata da un governo specifico, in questo momento storico. Bisogna quindi chiedere il 'cessate il fuoco', condannare Israele e applicare sanzioni. Sennò si prega, si diventa mistici, si dice che l'umanità si è sempre coperta di questi crimini, il che è vero. Noi siamo qui oggi, e questi crimini avvengono oggi", conclude.
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