08 Settembre 2023
In alto da Sinistra Alberto Nagel e Renato Pagliaro. In basso Francesco Gaetano Caltagirone e Francesco Milleri.
Squadra che vince non si cambia. Fino ad oggi infatti in casa Mediobanca questo è stato il mantra che ha permesso al manager barlettano-tedesco Alberto Nagel (dal 2007) e al Vice presidente di RCS Media Group Renato Pagliaro (dal 2010) di rimanere per così tanti anni alla guida della principale Merchant Bank italiana.
Durante il loro governo infatti la banca ha sempre navigato in acque sicure e a dimostrarlo sono gli ultimi bilanci che hanno visto i migliori risultati di sempre in termini di ricavi, redditività e dividendi.
Il 28 ottobre alle 10 è stata convocata l'Assemblea ordinaria e straordinaria per approvare il bilancio 2002/2023 e nominare il nuovo CDA, composto da 15 membri, oltre a poter distribuire i dividendi in anticipo e annullare azioni proprie: da mesi è in corso un braccio di ferro per il "controllo" della della più importante banca d’affari italiana, che possiede tra l'altro anche il 13% di Assicurazioni Generali, tra il CDA uscente e i due maggiori soci di Piazzetta Cuccia, ovvero Delfin - la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio guidata da Francesco Milleri - con il 19,8% del capitale e l’imprenditore editore Francesco Gaetano Caltagirone, titolare del 9,9% delle azioni.
In vista del deposito delle liste per rinnovo del Consiglio di Amministrazione che dovrà gestire Piazzetta Cuccia nel prossimo triennio (il cui termine ultimo è stato fissato al 28 settembre, mentre per le altre liste c'è tempo fino al 3 ottobre), e che dovrà essere "inclusivo e rappresentativo", da quanto appreso da il Giornale d’Italia, l’accordo tra il CdA uscente, la Delfin e Caltagirone è praticamente al traguardo.
A Delfin e Caltagirone andranno i 4 posti che rimarranno liberi dai Consiglieri per sopraggiunti limiti di età come previsto dallo statuto (75 anni), ovvero Maurizio Carfagna, Maurizia Angelo Comneno, Maurizio Costa ed Elisabetta Magistretti, oltre ad un posto di rappresentanza nei comitati endoconsiliari. Ovvero la quota corrispondente, per difetto, al 30% circa dei 15 consiglieri, in coerenza con la quota di partecipazione complessivamente detenuta in Piazzetta Cuccia dai 2 azionisti.
Nelle prossime ore Mediobanca invierà la "lettera" a Delfin e Caltagirone con la concessione dei 4 consiglieri (che rappresentano peraltro il doppio ai 2 Consiglieri che Delfin otterrebbe laddove corresse da sola, ritrovandosi in un vero "cul de sac").
Relativamente al "Presidente condiviso", Delfin e Caltagirone avrebbero manifestato la loro volontà di nominare un'altra figura al posto di Pagliaro, al suo 5° rinnovo, chiedendo un 5° posto in CDA, oltre ad altre concessioni. Il rinnovo di Pagliaro consentirebbe tuttavia di evitare "scossoni" alla governance di Piazzetta Cuccia, che deve rispettare la coerenza con quella delle banche italiane e europee vigilate in cui opera, e che non sarebbero graditi nè a Bankitalia, nè alla BCE, nè alla CONSOB.
Del resto, il CDA uscente ha indicato 8 amministratori, ovvero l'attuale presidente Renato Pagliaro, l'attuale CEO Alberto Nagel, Francesco Saverio Vinci (direttore generale), Virginie Banet, Laura Cioli, Valérie Hortefeux, Maximo Ibarra e Vittorio Pignatti Morano. Agli 8 consiglieri del CdA si aggiungeranno quindi i 4 di Delfin + Calatagirone e i 3 delle "minoranze", ovvero integralmente ad Assogestioni o suddivisi con altre liste minori ove presentate con almeno il 2% del capitale, come previsto dallo Statuto Mediobanca.
Delfin sottoscriverà un "Accordo collaborazione / patto di non belligeranza” per tutto l’arco della durata del cda, ovvero il triennio 2023 – giugno 2026 (fino all’approvazione del bilancio) contenente una serie di impegni, tra i quali quello sostenere il piano industriale, di votare per una sola lista, non agire contro il cda e i suoi membri o in conflitto di interessi, non aumentare la propria quota azionaria (che vale a dire per Delfin non salire sopra il 19,8% attuale, nonostante la finanziaria abbia richiesto alla BCE la possibilità di crescere) o cederne parte a chi potrebbe superare il 5%.
In questo modo si dovrebbe evitare il rischio di una frattura nella governance di Piazzetta Cuccia, stoppando la presentazione di una lista da parte di Delfin, che rischierebbe, come già suindicato, da un lato di non essere votata e ridurre la presenza in consiglio a solo 2 membri (uno andrebbe ad Assogestioni), nonché il rischio di vedere “sterilizzata” la propria quota da parte della BCE a mero “investitore finanziario” laddove Delfin aumentasse ulteriormente la propria quota. Oltre al rischio di ratifica di un "concerto" di Delfin + Caltagirone come soggetto unico detentore di quasi il 30% di Mediobanca, ovvero al filo con la soglia dell'Opa (obbligatoria dal 30%).
In sostanza, un "Accordo di Cooperazione" è l’unica strada possibile, soprattutto per Delfin, con il rinnovo del CEO Alberto Nagel e, da quanto appreso da il Giornale d'Italia, anche del Presidente Renato Pagliaro: l'accordo è infatti al rush finale per la messa a punto degli ultimi dettagli, con il coinvolgimento del Comitato Nomine e di Angela Gamba, lead independent director (membro indipendente del CdA in quota Assogestioni, anche lei verso la riconferma), e con il supporto dei consulenti legali, Chiomenti per Mediobanca e BonelliErede per Delfin, in "trasparenza" con CONSOB e BCE.
Ecco la nota della società: Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca tenutosi ieri ha deliberato di convocare per il 28 ottobre 2023 alle ore 10.00, in unica convocazione, l'Assemblea ordinaria e straordinaria degli Azionisti per deliberare:
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