29 Marzo 2021
Non si ferma la polemica sul vaccino ad Andrea Scanzi, ormai sul banco degli imputati da qualche giorno per una somministrazione del siero AstraZeneca che, probabilmente, non gli spettava. Il giornalista per giustificare un passo falso che, ogni giorno sembra sempre più evidente, si è avvalso di differenti e contraddittorie scusanti che, tuttavia, non hanno convinto molto. Anche l’opinione pubblica e la carta stampata si sono divisi tra innocentisti e colpevolisti, seppur l’ago della bilancia, ogni ora che passa, sembra sempre più favorevole ai secondi.
Come riportato dal sito ilgiornale.it, tra coloro che hanno chiesto chiarezza c’è il renziano Matteo Ansaldi, che sulla sua pagina Twitter ha tuonato: “Mentre Cartabianca ha esaltato senza contraddittorio il modello saltafila di Scanzi, dalla tv commerciale e Giletti è arrivata una lezione di giornalismo e onestà intellettuale, con un'inchiesta che ha fatto chiarezza. E La7 ha sospeso la collaborazione. La Rai fa finta di nulla?”.
Proprio Massimo Giletti, ieri, durante la sua trasmissione, ha smontato colpo su colpo le scuse del giornalista del Fatto.
Scanzi si è giustificato dicendo che il vaccino rischiava di essere buttato. Il conduttore di Non è l’arena ha ricordato che il siero di AstraZeneca può essere conservato in frigorifero per 48 ore. Per il resto ci ha pensato Evaristo Giglio, direttore Asl di Arezzo, a “smascherare” le scuse del giornalista facendo a pezzi la sua tesi difensiva: "Scanzi, da quello che lui e il suo medico di famiglia hanno detto, sarebbe un caregiver di questi famigliari ammalati che risultano nella lista dei vulnerabili, ma non è uno stato di polizia così che io possa andare a vedere se è vero. Se a me il medico di famiglia fa una segnalazione del genere lo metto lì in attesa".
"Quando mi chiamò il suo medico io gli dissi che prima di Scanzi ce n’erano tanti altri. Quindi lui poteva aspettare. Ma il medico di base del giornalista gli ha detto che Scanzi avrebbe aspettato, l’importante è che prima o poi fosse stato chiamato al momento opportuno” ha raccontato Giglio, sottolineando le pressioni sia da parte del medico di base che dello stesso giornalista che ha chiamato personalmente il medico per ribadirgli la sua disponibilità.
Pesino la sua ex collega Sandra Amurri non ha fatto sconti: “Non è che uno si sveglia la mattina ed è caregiver: ha cercato di mettere le pezze ma è andata male! Anche avesse avuto il diritto a vaccinarsi, avrebbe dovuto dire chiamate altri che ne hanno bisogno più di me".
A spiegare la poca credibilità della versione di Andrea Scanzi ci ha pensato anche Antonio D'Urso, direttore generale della Asl Toscana sud est: "Ha dichiarato di essere un caregiver, come ha fatto anche in alcune interviste in televisione. Il piano nazionale vaccinazione indica come caregiver le persone che sono indicate dalla persona disabile. Gli uffici stanno verificando questo. Ma, Scanzi non avrebbe in ogni caso potuto vaccinarsi come caregiver: "La vaccinazione con Astrazeneca, in questo momento è limitata ad alcune categorie: personale scolastico, personale delle forze armate e delle forze dell'ordine, persone tra i 70 anni compiuti e gli 80 da fare. Se Scanzi non aveva queste caratteristiche non poteva accedere alla vaccinazione" ha spiegato ancora D’Urso. Sono, tuttavia, le date ad inchiodare il cronista alle proprie responsabilità: "Il decreto parla di conviventi e di caregiver e questi ultimi sono venuti fuori con il piano vaccino del 13 marzo. Fino ad allora i caregiver, come le persone fragili, non venivano vaccinati".
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