Alessia Pifferi vuole sposare compagna di cella che "chiama già moglie", la difesa: "Deficit cognitivo", Bruzzone: "Bugiarda compulsiva, ma non pazza"

Alessia Pifferi, la donna accusata di aver abbandonato in casa la figlia Diana di soli 18 mesi e di averla fatta morire di stenti nel luglio 2022, avrebbe intenzione di sposare la propria compagna di cella, di cui dice di essersi perdutamente innamorata. Mossa che potrebbe essere vista come nuova possibile strategia difensiva: se da un lato infatti i suoi legali continuano a sostenere la tesi del deficit cognitivo, per la criminologa Roberta Bruzzone l'imputata è affetta da "narcisismo patologico".

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Il pm Francesco De Tommasi ha replicato. "C'è una sola vittima e si chiama Diana. E c'è una bugiarda che è Alessia Pifferi, una attrice che è Alessia Pifferi. Chiedo di non riconoscere alcun beneficio"

Alessia Pifferi vuole sposare compagna di cella che "chiama già moglie", la difesa: "Deficit cognitivo", Bruzzone: "Bugiarda compulsiva, ma non pazza"

Emergono nuovi risvolti sul caso di cronaca relativo ad Alessia Pifferi, considerata responsabile della morte della piccola figlia Diana dopo averla lasciata in casa da sola per sei giorni lasciandola morire di fame. L'imputata, a quanto emerge, avrebbe annunciato di voler sposare una compagna di cella. Notizia confermata dalla stessa legale della Pifferi, Alessia Pontenani, secondo cui l'assistita - che "già chiama moglie" la compagna di prigione - le avrebbe addirittura chiesto di farle da testimone di nozze. È stato nell'occasione di questo annuncio che la legale avrebbe chiesto una nuova perizia psichiatrica per la sua assistita, nonostante, lo scorso 26 agosto, la Corte d'Assise d'appello di Milano si fosse espressa parlando di un "disturbo del neuro-sviluppo, classificabile come immaturità affettiva. (...) una sorta di poca empatia a livello affettivo da adulta". Nel corso del processo d'appello, tenutosi lo scorso 22 ottobre, i risultati dell'analisi dello scorso agosto sono stati nuovamente citati, ma determinante è stato anche l'intervento della criminologa Roberta Bruzzone, consulente della famiglia Pifferi e costituitasi parte civile.

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La scorsa perizia aveva escluso una condizione patologica tale da pregiudicare la capacità d'intendere e di volere della Pifferi, e aveva parlato piuttosto di un "ritardo intellettivo lieve". Dati alla mano, Bruzzone ha confermato questi risultati: "[la Pifferi, ndr] è totalmente in grado di fare un bilanciamento tra i suoi bisogni e quelli degli altri. La sua personalità è organizzata intorno a temi ben precisi e ruotano tutti intorno ai suoi bisogni". Per la criminologa dunque, Alessia Pifferi rimane "una bugiarda compulsiva, psicotica e anaffettiva, ma non pazza. Patologica - continua Bruzzone - al punto da fingere di non essersi accorta della gravidanza, al punto da sostenere di aver subito uno stupro dal padre, dimostratosi falso, ma affermato solo per costruire un pregresso di abusi che legittimassero i suoi tratti criminali, ma non folli". Il suo "narcisismo patologico", secondo la criminologa, la renderebbe di fatto insensibile agli altri "compresa la bambina". Dal canto loro invece, i legali della Pifferi continuano a sostenere il "ritardo mentale": "Chi ha una gravidanza misconosciuta, negata, in genere possiede caratteristiche di ritardo mentale. Uno scollamento rispetto alla realtà". Non è da escludere che la notizia di presunte nozze tra la Pifferi e la compagna di cella sia una possibile strategia difensiva.

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