24 Ottobre 2025
Presidente Ecuador Noboa Fonte: X @wolfbrief_
Il presidente ecuadoriano Daniel Noboa ha dichiarato di essere stato vittima di un tentativo di avvelenamento. Il capo di Stato avrebbe ricevuto dei cioccolatini e della marmellata durante un evento pubblico, risultati poi contaminati con 3 sostanze chimiche “in alte concentrazioni”. “Questo non può essere involontario”, ha affermato Noboa, spiegando che le autorità hanno già presentato denuncia e prove a sostegno dell’accaduto.
Il presidente, 37 anni, ha ribadito che la presenza di sostanze tossiche “altamente concentrate” nei dolci “non poteva essere accidentale”, aggiungendo che “le sostanze tossiche non potevano provenire dai prodotti stessi o dalle loro confezioni”. A occuparsi del caso è l’organismo militare responsabile della sicurezza di Noboa, che ha formalmente depositato la denuncia presso la procura ecuadoriana.
L’episodio segna la seconda volta in pochi mesi che l’amministrazione Noboa denuncia un tentativo di attentato. All’inizio di ottobre, il governo aveva segnalato che il veicolo presidenziale presentava segni di proiettile dopo essere stato colpito da un gruppo di manifestanti durante una protesta contro l’aumento dei prezzi del carburante. In quell’occasione, il ministro della Difesa Gian Carlo Loffredo aveva parlato di un “tentativo di assassinio”, anche se non erano stati rinvenuti bossoli o prove balistiche. Noboa era uscito illeso.
Le tensioni interne nel Paese restano elevate. La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (Conaie), la più grande organizzazione di popoli indigeni, ha bloccato le principali vie di comunicazione – anche nella provincia di Pichincha, dove si trova la capitale Quito – dallo scorso 22 settembre per protestare contro il rincaro dei carburanti.
Alcuni analisti, tuttavia, hanno suggerito che le accuse del presidente potrebbero avere anche una valenza politica. Secondo diverse voci interne, Noboa potrebbe usare la narrativa dei tentativi di attentato per presentare i manifestanti come violenti e consolidare la propria posizione in vista del referendum del 16 novembre, con cui punta a riformare la Costituzione e inasprire le norme sui crimini legati alla droga.
“Nessuno si lancia un cocktail molotov… o si avvelena con il cioccolato, o si lancia pietre”, ha commentato Noboa, respingendo le accuse di strumentalizzazione e sottolineando la gravità degli eventi.
Un tempo considerato tra i Paesi più sicuri dell’America Latina, l’Ecuador vive oggi un’ondata di violenza senza precedenti.
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