24 Ottobre 2025
"Nessun Paese che si rispetti agisce sotto pressione. Le sanzioni? Un atto ostile". È stata dura la risposta di Vladimir Putin alla mossa sanzionatoria adottata ieri, 23 ottobre, tanto dai Paesi Europei, quanto dagli Stati Uniti. Se fino a pochissimi giorni prima infatti il tycoon proiettava la possibilità di un'incoraggiante de-escalation anticipando un vertice a Budapest con l'omologo russo, ora tutto è sfumato nel giro di poche ore.
Le sanzioni statunitensi sui colossi petroliferi russi Rosneft e Lukoil potrebbero rappresentare, almeno nelle aspettative europee e americane, la prima "vera" minaccia per Putin, così come hanno dimostrato gli ultimi dietro front di Cina e India sull'acquisto del greggio russo. Sanzioni che però non spaventano Putin che ai microfoni dell'agenzia di stampa russa Tass ha comunicato come tali misure "non avranno un impatto significativo sul nostro benessere economico". Ciò che tuttavia risulta evidente è il cambio di strategia adottata dal tycoon e ravvisata da Putin come un "atto ostile" che allontana gli sforzi diplomatici. Quando, fino a poco tempo prima, la diplomazia prometteva l'incontro "pacificatore" tra Putin e Trump. "Vedo che nella sua dichiarazione, il presidente degli Stati Uniti ha deciso di annullare o rinviare questo incontro [a Budapest, ndr]", ha comunicato Putin, aggiungendo "Il dialogo è sempre meglio che continuare la guerra. Pertanto abbiamo sempre sostenuto la prosecuzione del dialogo, e questo è vero anche ora".
Nonostante il leader ucraino Zelensky smentisca che Putin sia davvero intenzionato ad un'apertura negoziale con la controparte, Putin si è mostrato conciliante, salvo però mettere in guardia su ripercussioni nel caso in cui la Russia subisca attacchi missilistici Tomahawk. "Se tali armi venissero utilizzate per colpire il territorio russo, la risposta sarebbe molto forte, se non addirittura schiacciante. Lasciamo che ci pensino" ha concluso il leader russo. La fornitura di missili Tomahawk, negata da Trump e "sostituita" dall'invio di altri 25 sistemi di difesa Patriot, rappresenta una chiara mossa di escalation voluta da Zelensky contro il nemico "inesistente" russo, e su cui Putin è dunque tornato a mettere in guardia. Né con le sanzioni, né coi missili - avverte Putin - si possono ottenere risultati concreti sul fronte bellico.
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