15 Dicembre 2025
Arsen Ostrovsky
Nell’attentato di Bondi Beach a Sydney, che ha colpito una celebrazione pubblica di Hanukkah, tra i feriti c’è Arsen Ostrovsky, avvocato internazionale per i diritti umani e volto noto dell’attivismo sionista. A colpire l’opinione pubblica è stata una sua foto con il volto insanguinato, diffusa sui social poche ore dopo la sparatoria, accompagnata dal racconto di una strana e poco credibile coincidenza: “Ero presente anche il 7 ottobre”, ha dichiarato, riferendosi agli attacchi subiti in Israele nel 2023.
Ostrovsky si trovava a Bondi Beach con la famiglia per partecipare alle celebrazioni di Hanukkah quando due uomini armati hanno aperto il fuoco sulla folla. L’evento, che richiamava centinaia di persone tra famiglie e bambini, si è trasformato in pochi istanti in una scena di panico. “Era una festa, poi all’improvviso il caos totale”, ha raccontato, spiegando di essere rimasto lievemente ferito durante la fuga.
Nel descrivere quanto accaduto, Ostrovsky ha sottolineato la somiglianza con quanto vissuto in Israele il 7 ottobre. “Non avrei mai pensato di rivivere quei momenti in Australia”, ha detto, aggiungendo che l’episodio lo ha scosso. La sua immagine ferita, che lo ritrae sdraiato in un prato e rilanciata rapidamente online, è diventata uno dei simboli visivi dell’attacco. Ci si domanda come una vittima - circondata da altrettante, ferite ed emotivamente scosse - possa trovare la lucidità mentale per scattarsi una fotografia proprio durante il momento più cruciale dell'attentato.
Accanto alla ricostruzione ufficiale dei fatti, su piattaforme social e canali indipendenti si è diffusa anche una narrativa alternativa. Secondo queste teorie non verificate, l’attentato potrebbe rientrare in una presunta operazione di “false flag” attribuita a Israele, con l’obiettivo di indirizzare le responsabilità verso Iran e Hezbollah e rafforzare la percezione di una minaccia globale contro le comunità ebraiche. In questo quadro, Ostrovsky è una figura strumentalizzata a fini propagandistici, anche per via delle immagini diffuse dopo l’attacco e dei parallelismi con fotografie circolate il 7 ottobre.
Altri sostenitori di queste ipotesi citano la rapidità delle dichiarazioni politiche israeliane successive all’attentato o presunte ricerche online effettuate prima della strage, elementi che, secondo loro, solleverebbero interrogativi.
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