06 Novembre 2025
Jimmy Wales wikipedia Fonte: Founderoo
Il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales ha negato la voce inglese “Gaza Genocide”, definendola “non conforme ai nostri standard” e invitando a una revisione immediata. “Serve prudenza”, ha scritto in un messaggio pubblico, sottolineando che “l’articolo parla con la voce di Wikipedia e non con quella delle fonti”. Ma la presa di posizione ha scatenato la protesta di numerosi editor, che accusano Wales di voler imporre una “linea politica condizionata” e di minare il principio di neutralità della piattaforma.
Da settimane l’enciclopedia online, nata per offrire un sapere condiviso e verificabile, è attraversata da un acceso dibattito sulla voce dedicata al genocidio a Gaza, accusata di "violare i principi di equilibrio e imparzialità". L’articolo, disponibile in decine di lingue, presenta gli eventi nella Striscia come la “distruzione intenzionale e sistematica del popolo palestinese da parte di Israele”, elencando atti qualificabili come genocidi secondo la Convenzione ONU del 1948. Una formulazione che, secondo Wales, metterebbe a rischio la neutralità dell’enciclopedia e la espone all’accusa di prendere posizione in un tema “altamente contestato”.
La sua presa di posizione ha però diviso la comunità di editor. C’è chi ha appoggiato l’appello del fondatore, ricordando che Wikipedia “non deve mai assumere il ruolo di arbitro della verità”, e chi invece ha reagito con durezza, accusando Wales di interferire nel lavoro collettivo. “La sua opinione vale quanto quella di qualsiasi altro contributor”, ha replicato uno degli editor più attivi nell’area Medio Oriente, denunciando “un tentativo di condizionamento politico in un momento di forte tensione globale”.
La pagina “Gaza Genocide” è stata temporaneamente bloccata dopo giorni di cancellazioni e riscritture contrapposte. In un banner, gli amministratori hanno specificato che il blocco delle modifiche “non era un’approvazione della versione attuale”, ma una misura necessaria “fino a martedì sera o fino a quando le controversie non saranno risolte”.
La vicenda si inserisce in un contesto internazionale già incandescente, dopo che una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, lo scorso settembre, ha affermato di avere “fondati motivi” per ritenere che Israele abbia commesso atti di genocidio nella Striscia di Gaza.
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