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Dalla Turchia a Hong Kong passando per il Kenya: grosse novità nel settore delle criptovalute si susseguono a ritmo serrato

Dall'Anatolia all'Africa orientale, finendo in Asia, il mondo delle valute digitali sta attraversando uno dei momenti più turbolenti della sua giovane ed espansiva storia

06 Novembre 2025

Dalla Turchia a Hong Kong passando per il Kenya: grosse novità nel settore delle criptovalute si susseguono a ritmo serrato

Negli ultimi giorni e settimane, in tre Continenti diversi, si sono susseguite regolazioni legislative, decessi e operazioni investigative che coinvolgono il settore delle criptovalute.

Faruk Fatih Özer, protagonista assoluto delle criptovalute turche, è stato trovato senza il vita il 1° novembre 2025 nella sua cella del carcere di massima sicurezza di Tekirdag, dove era rinchiuso dal 2023. Özer si sarebbe tolto la vita. Aveva solo 31 anni, ma una condanna incredibile sul groppone: 11196 anni di prigione per frode, riciclaggio e direzione di organizzazione criminale. Con la sua morte si chiude il capitolo più clamoroso della storia delle criptovalute in Turchia. La vicenda di Özer e del crollo della sua piattaforma Thodex mise in luce i pericoli di un mercato delle criptovalute privo di regole, spingendo le autorità turche a intervenire con norme più stringenti. Nel 2017 Özer lanciò Thodex a Istanbul. Sotto la guida di Özer, Thodex conobbe una crescita fulminea, conquistando centinaia di migliaia di utenti in un periodo in cui molti turchi cercavano nelle criptovalute un rifugio contro l'inflazione e la svalutazione della moneta. Grazie a intense campagne promozionali e a un'immagine pubblica costruita bene, Özer divenne velocemente una figura di spicco del nascente settore cripto turco, incarnandone l'ambizione e la fragilità di medio-lungo periodo. Nell'aprile 2021 Thodex sospese improvvisamente le attività, lasciando senza l'accesso ai propri fondi circa 391mila utenti. Özer fuggì dalla Turchia portando con sé circa 2 miliardi di dollari in criptovalute, trovando rifugio in Albania. Arrestato il 30 agosto, Özer fu poi estradato in Turchia.

Le autorità di Hong Kong hanno annunciato martedì il congelamento di asset per 2,75 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 354 milioni di dollari USA) riconducibili al Prince Group, il conglomerato internazionale guidato dal magnate cambogiano e cittadino britannico Chen Zhi. Solo pochi giorni prima, il 31 ottobre, la polizia di Singapore aveva posto sotto sequestro oltre 150 milioni di dollari (di Singapore) in beni collegati allo stesso gruppo: conti bancari, portafogli titoli, proprietà immobiliari e somme in contanti. Attivo in oltre 30 Paesi, il Prince Group si presenta come un colosso diversificato nei settori immobiliare, finanziario e dei servizi ai consumatori. Ma, secondo le autorità statunitensi, dietro la facciata imprenditoriale si celerebbe una rete di riciclaggio e frodi su scala transazionale, orchestrata da Chen Zhi e dal suo entourage. Il 14 ottobre il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato di aver compiuto la più grande confisca della sua storia: 127mila bitcoin, per un valore stimato di 15 miliardi di dollari, sarebbero stati sequestrati a Chen Zhi. Le vittime sarebbero state adescate sui social e indotte a trasferire le cripto su conti dedicati, con la falsa promessa di investimenti redditizi. Le criptovalute sottratte alle vittime sarebbero finite in un labirinto raffinato di riciclaggio, a base di grossi volumi frammentati in una miriade di wallet, e poi fatti rimbalzare altrove. Un'altra parte sarebbe stata riconvertita in valuta tradizionale, un'altra dirottata su conti bancari e un'altra ancora sarebbe rimasta in portafogli di Chen Zhi.

Il 13 ottobre, il presidente della Commissione Finanze kenyana Kuria Kimani ha annunciato che il Parlamento del Kenya ha approvato il Virtual Asset Service Providers Bill (VASP Act). La norma segna un passaggio cruciale nella definizione del futuro finanziario del Paese. La legge, frutto di mesi di discussioni tra governo, operatori del settore e autorità di vigilanza, stabilisce per la prima volta un quadro normativo chiaro per la gestione, la custodia e lo scambio di asset digitali. La Banca Centrale del Kenya supervisionerà l'emissione di stablecoin e altri asset virtuali ritenuti rilevanti per il sistema di pagamento nazionale e la stabilità monetaria. La Capital Markets Authority avrà il compito di regolamentare i fornitori di servizi di asset virtuali, inclusi exchange, broker e piattaforme che facilitano il trading di asset digitali. Approvando il VASP, il Kenya compie un passo decisivo nella regolamentazione del mercato blockchain. La nuova legge introduce un monitoraggio costante delle transazioni digitali, per contenere i rischi speculativi e assicurare maggiore trasparenza in un comparto finora privo di regole definite. Nairobi punta a fare della finanza digitale un motore di crescita e inclusione, in un Paese dove oltre il 70% della popolazione ha meno di 35 anni e mostra una crescente propensione all'uso di strumenti fintech per risparmio, pagamenti e microinvestimenti. Con questa iniziativa il Kenya si colloca tra i pionieri africani della regolamentazione cripto, con Sudafrica e Mauritius.

Di Roberto Valtolina

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