23 Ottobre 2025
"Ho dovuto fermarlo [Netanyahu, ndr] perché il mondo lo avrebbe fermato. L'ho fermato perché sarebbe potuto andare avanti per anni". Sono queste le rivelazioni scioccanti rilasciate oggi, 23 ottobre, dal Presidente Donald Trump a Time Magazine.
Trump ha parlato così a ruota libera, nel corso di un'intervista in cui ha commentato la sua azione politica (e di deterrenza) nei confronti dell'alleato Benjamin Netanyahu. Ciò che emerge, al netto del solito autoelogio di Trump sulle sue capacità belliche e di risoluzione dei conflitti, è il ritratto guerrafondaio di Netanyahu, che per la prima volta emerge esplicito dalle dichiarazioni del tycoon. "Ha dovuto fermarsi perché il mondo lo avrebbe fermato. Sai, riuscivo a vedere cosa stava succedendo. Si vedeva cosa stava succedendo (...). l'ho fermato perché avrebbe semplicemente continuato. Sarebbe potuto andare avanti per anni" ammette il tycoon. Di fronte alla crescente minaccia israeliana, continua Trump, "tutti si sono riuniti quando l'ho fermato, è stato sorprendente. Israele stava diventando molto impopolare". Il punto di non ritorno nel quadro di tolleranza geo-politica globale, è arrivato quando Netanyahu ha deciso di bombardare il Qatar per colpire direttamente i vertici di Hamas.
Una mossa che il tycoon ha definito "un errore tattico" perché è stato, secondo lui, proprio quello il momento in cui gli Stati arabi si sono compattati contro Tel Aviv. "Quando lui [Netanyahu, ndr] ha commesso quell’unico errore tattico, quello su Qatar, è stato terribile, e in realtà l’ho detto all’Emiro, questa è stata una delle cose che ci ha uniti tutti, perché era così fuori luogo che in un certo senso ha costretto tutti a fare ciò che dovevano fare". In questa ammissione di colpa altrui però, Trump ammette anche la complicità statunitense: "Il mondo era stanco che attaccassimo - dirò noi sai, Israele e noi. (...) E dissi a Bibi: 'Bibi, non puoi combattere il mondo. Puoi combattere battaglie individuali, ma il mondo è contro di te. E Israele è un posto molto piccolo rispetto al mondo'".
La conversazione è poi proseguita, sul versante arabo. Su chi sia il corrente leader palestinese, Trump afferma "Non hanno un leader in questo momento, almeno uno visibile. E in realtà non ne vogliono uno (...). Con Mahmoud Abbas sono sempre andato d’accordo con lui. L’ho sempre trovato una persona ragionevole, anche se probabilmente non lo è. Mi ha detto: 'Hai fatto qualcosa che nessun altro presidente avrebbe fatto'. Ha detto: 'Quello che hai fatto non è neanche possibile da fare. Non riesco a credere che tu l’abbia fatto, ma ti faccio i miei complimenti'".
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