22 Ottobre 2025
Sde Teiman, fonte: X, @guardian
Ci sono gravi sospetti che almeno 135 palestinesi, prima di morire e di essere riconsegnati a Gaza, siano stati detenuti e torturati presso il centro militare israeliano di Sde Teiman, nel deserto del Negev. Le Ong avevano già denunciato da diversi anni le condizioni disumane della prigione: "I reclusi sono tenuti dentro a gabbie, torturati, umiliati e costretti a indossare il pannolone".
Almeno 135 corpi mutilati di palestinesi restituiti da Israele a Gaza sarebbero stati trattenuti nel centro di detenzione militare di Sde Teiman, nel deserto del Negev. Lo hanno denunciato il ministero della Sanità di Gaza e i medici dell’ospedale Nasser di Khan Younis, dove le salme vengono esaminate.
Secondo quanto riferito al Guardian, ogni sacca conteneva un documento in ebraico che indicava chiaramente la provenienza da Sde Teiman, struttura già nota per accuse di torture, abusi e morti in custodia. Nel 2024 l’esercito israeliano aveva aperto un’indagine interna sulla morte di 36 detenuti nel campo, ma i risultati non sono stati resi pubblici.
Le fotografie dei corpi, visionate dal quotidiano britannico ma non pubblicabili per la loro natura cruenta, mostrano segni di torture, mani legate, occhi bendati e ferite da arma da fuoco a bruciapelo. Alcuni corpi, secondo i medici palestinesi, presentano lesioni compatibili con “crushing” da mezzi corazzati.
Uno dei casi citati è quello di Mahmoud Ismail Shabat, 34 anni, riconosciuto dal fratello grazie a una cicatrice chirurgica: il corpo presentava segni di impiccagione e arti schiacciati da cingoli. “Aveva le mani legate e chiari segni di tortura”, ha dichiarato la famiglia.
Testimonianze di ex detenuti e personale medico israeliano hanno confermato condizioni estreme a Sde Teiman: prigionieri nudi, incatenati ai letti, costretti a indossare pannoloni, con ferite infette e amputazioni dovute a manette serrate. Alcuni detenuti sarebbero stati catturati mentre ricevevano cure negli ospedali di Gaza.
L’organizzazione Physicians for Human Rights Israel ha definito le scoperte “agghiaccianti ma non sorprendenti”, chiedendo un’indagine internazionale indipendente. “Le prove raccolte mostrano torture sistematiche e omicidi in custodia”, ha dichiarato il direttore Naji Abbas.
L’Idf ha risposto di “trattare i detenuti con attenzione” e di indagare su ogni segnalazione di abusi. Tuttavia, non ha commentato la provenienza dei corpi da Sde Teiman.
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