14 Ottobre 2025
Il reporter palestinese Shadi Abu Sido è stato liberato dopo quasi due anni di reclusione in un carcere israeliano e ha subito raccontato le tragiche condizioni in cui ha dovuto sopravvivere: "Gli agenti ci dicevano che avrebbero ucciso i nostri figli, che Gaza non sarebbe più esistita, ci torturavano fisicamente e psicologicamente".
Il fotoreporter palestinese Shadi Abu Sido, noto per il suo lavoro a Gaza, ha raccontato le atrocità vissute durante la sua prigionia nelle mani delle forze israeliane. Arrestato il 18 marzo 2024 durante il raid contro il complesso medico di Al-Shifa a Gaza City, Abu Sido è stato detenuto per quasi venti mesi prima di essere rilasciato nell’ambito di uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas.
"Per due anni ho sofferto la fame: sono entrato affamato e ne sono uscito affamato", ha dichiarato con voce rotta. "Ci tenevano appesi, nudi, giorno e notte; ci insultavano e ci dicevano 'Abbiamo ucciso i vostri figli, Gaza è finita'".
Abu Sido ha raccontato di essere stato ripetutamente torturato e minacciato durante gli interrogatori. "Uno degli agenti mi urlava 'Ti caverò gli occhi, come ho distrutto la tua macchina fotografica'. Il mio occhio sanguinava per giorni, ma continuavano a picchiarmi fino a rompermi le ossa", ha detto, descrivendo condizioni di detenzione che definisce “inumane e degradanti”.
Il fotoreporter ha espresso dolore per il silenzio della comunità internazionale: "Sono tornato a Gaza e l’ho trovata come una scena del Giorno del Giudizio. Questa non è più Gaza. Dov’è il mondo?".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia