13 Ottobre 2025
(fonte: Ap)
Oltre 1900 prigionieri palestinesi sono stati rilasciati dalle forze israeliane secondo gli accordi presi nel trattato di "pace" tra Tel Aviv ed Israele. Sono ore concitate, attimi di felicità quelli nei quali i prigionieri palestinesi fanno ritorno a casa accolti dai familiari. Tuttavia, i festeggiamenti devono essere "sobri" perché "chiunque partecipi" a celebrazioni potrebbe rischiare "punizioni e arresti".
Sono queste le rigide condizioni imposte da Israele in Cisgiordania per impedire ai familiari dei prigionieri liberati di festeggiare il ritorno a casa dei propri cari. Misure "securitarie" e repressive che cozzano profondamente con la libertà con cui, nelle ultime ore, i familiari israeliani hanno esultato e celebrato il rilascio dei loro ostaggi attraverso iniziative pubbliche e interviste ai media in tutto il mondo. Si conclude così la primissima fase dell'accordo di "pace" tra Israele-Hamas: con l'arrivo in Cisgiordania e Gaza degli autobus contenenti gli oltre 1900 palestinesi rilasciati dalle carceri israeliane. Oltre 1700 dei quali - è bene ricordare - erano detenuti senza accuse. Altri 154 invece sono stati trasferiti in Egitto, secondo quanto riferito da Al Jazeera. Il primo bus carico di prigionieri provenienti dal carcere di Ofer è arrivato a Ramallah, città della Cisgiordania occupata. Poi, a Gaza, a Khan Younis, l'arrivo del primo dei 38 convogli carichi dei prigionieri del carcere di Ketziot. A Ramallah, migliaia di persone si sono accalcate attorno al bus, esultando mentre i prigionieri scendevano ad uno ad uno dal mezzo. Volti scavati, colli coperti dalla kefiah. Qualcuno è salito sulle spalle degli amici, mentre la polizia non ha potuto trattenere il gaudio generale. Nonostante ciò, in West Bank gli ordini imposti dagli israeliani sono chiari: "chiunque partecipi a tali attività si espone a punizioni e arresti".
Direttive ufficializzate attraverso volantini distribuiti nei quartieri in cui vivono le famiglie di molti detenuti. A quanto emerge dalle testimonianze dei familiari, i festeggiamenti sono stati proibiti in strada e persino in casa. Inoltre, l'Idf e l'amministrazione civile - per le quali "tutto questo è considerato di cattivo gusto e irrispettoso" - avrebbero provveduto anche a fare telefonate di avvertimento ai parenti delle vittime liberate. Una misura che mostra un doppio standard: da un lato la felicità di cui gli israeliani vogliono rendere partecipe il mondo. Dall'altro la gioia sopita, o comunque frenata dal controllo dei soldati israeliani.
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