01 Dicembre 2025
Marwan Barghouti Fonte: X @campvolant
Mentre il fragile cessate il fuoco a Gaza rischia di crollare da un momento all'altro e il genocidio del popolo palestinese continua sotto altre forme, ampliandosi nei territori occupati (definizione ONU) di Cisgiordania e Gerusalemme Est, una campagna internazionale si sta mobilitando attorno a un nome: Marwan Barghouti.
Il leader palestinese più popolare e carismatico, incarcerato da 23 anni nelle prigioni israeliane, è oggi al centro di un appello che coinvolge 52 personalità francesi, comitati nazionali in Italia e nel mondo, premi Nobel per la pace, ex capi di Stato e perfino Ronald Lauder, Presidente del Congresso Ebraico Mondiale.
In occasione della Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese del 29 novembre, è partita una Campagna Internazionale per la Liberazione di Marwan Barghouti che si ispira esplicitamente alla mobilitazione mondiale che portò alla liberazione di Nelson Mandela in Sudafrica.Nato il 6 giugno 1959 a Kobar, vicino a Ramallah, Barghouti è entrato in al-Fatah (gruppo di resistenza palestinese) all'età di 15 anni. Di famiglia comunista, arrestato a 18 anni durante una sommossa, in carcere ha imparato l'ebraico che parla correttamente, poi si è laureato all'Università di Bir Zeit in storia e scienze politiche, conseguendo un Master in relazioni internazionali. Eletto nel Consiglio legislativo palestinese nel 1996, ha difeso il processo di pace israelo-palestinese come una "necessità", affermandosi come oratore talentuoso ed esperto all'interno di al-Fatah.
Ma dopo il fallimento degli accordi di Oslo e l'inizio della seconda Intifada del 2000, Barghouti ha guidato la resistenza armata come capo del Tanzim, il braccio armato di al-Fatah. Il 15 aprile 2002, Israele lo ha catturato e imputato di omicidio con finalità terroristiche. Durante il processo Barghouti ha rifiutato di riconoscere la legittimità del tribunale israeliano e di difendersi. Il 20 maggio 2004 è stato condannato a cinque ergastoli, accuse che ha sempre respinto dichiarando la propria innocenza.
Nell'agosto 2025, il Ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir (ex colono fanatico messianico di estrema destra, già processato dallo stesso Stato di Israele per ben 50 volte per razzismo e terrorismo e condannato ben 8 volte) si è recato nella cella di Barghouti con l'evidente intento di umiliarlo pubblicamente davanti alle telecamere, affermando: "Non ci sconfiggerete, chiunque attacchi Israele lo cancelliamo". Il gesto, tuttavia, si è rivelato controproducente: il portamento, il carisma e la dignità di Barghouti hanno reso vano il tentativo propagandistico, trasformando la visita in una involontaria testimonianza della sua incrollabile statura morale. Arab Barghouti, figlio di Marwan, si è detto "scioccato" dal video, notando che il padre è apparso "invecchiato e molto dimagrito". La moglie Fadwa ha scritto: "Marwan non ho riconosciuto i tuoi lineamenti".
Barghouti è tenuto in isolamento dal 7 ottobre 2023. Il 14 settembre 2025, durante un trasferimento punitivo tra le prigioni di Ramon e Megiddo, otto guardie lo hanno picchiato ferocemente mentre era ammanettato. Gli hanno rotto quattro costole, causato gravi lesioni alla testa e gli hanno fatto perdere conoscenza (InfoPal). Il 12 novembre 2025 il parlamento israeliano ha approvato in prima lettura un emendamento del codice penale che introduce la pena di morte per i cosiddetti "terroristi" (ovvero palestinesi che da decenni tentano disperatamente di difendere la propria terra e la propria vita dall’invasore sionista), con effetto retroattivo, una misura chiaramente diretta anche contro Barghouti.
Nei sondaggi d'opinione Barghouti è sempre risultato il politico palestinese più popolare, e il tempo in prigione ha solo aumentato l'ammirazione che i palestinesi nutrono per lui. Sarebbe perfettamente in grado, per la sua storia coerente e il carisma conquistato, di poter sedere ad un tavolo negoziale e di risultare decisivo in un reale e duraturo processo di pace. Nel 2006, nonostante la detenzione in regime di isolamento, Barghouti è riuscito a far pubblicare il Documento di conciliazione nazionale dei detenuti, firmato da cinque rappresentanti delle più influenti realtà politiche palestinesi, inclusi al-Fatah e Hamas. Il documento chiedeva la fine dell'occupazione israeliana e la creazione di uno stato palestinese indipendente, dimostrando la sua capacità unica di unire le fazioni palestinesi frammentate. Ronald Lauder, Presidente del Congresso Ebraico Mondiale, ha dichiarato a Time: "Una soluzione a due Stati è possibile solo se hai un buon leader e Marwan Barghouti sarebbe il leader giusto". Alla domanda sul perché il governo israeliano continui a tenerlo imprigionato, Lauderha risposto seccamente: "Perché sanno che farebbe un buon Stato. Le persone che hanno liberato sono molto peggiori di lui".
Nell'ottobre 2025, Trump ha dichiarato in un'intervista a Time di stare riflettendo sulla liberazione di Barghouti: "Mi sono trovato letteralmente di fronte a questa domanda circa 15 minuti prima che mi chiamaste. Prenderò una decisione". Fadwa Barghouti ha immediatamente rivolto un appello al Presidente USA: "Signor Presidente, la attende un vero partner, qualcuno che può aiutarla a realizzare il sogno che condividiamo di una pace giusta e duratura nella regione. Per il bene della libertà del popolo palestinese e della pace, contribuisca a liberare Marwan Barghouti". Ma purtroppo nulla si è mosso. Barghouti è sempre in cima alle liste di prigionieri da liberare in cambio del rilascio degli ostaggi, richiesta alla quale lo Stato occupante di Israele non ha mai dato l'assenso. E nel recente scambio di prigionieri, il suo nome è stato escluso.
The Elders, il gruppo indipendente fondato da Nelson Mandela nel 2007 e presieduto dall'ex Presidente colombiano Juan Manuel Santos, ha chiesto a Trump di sollecitare la liberazione diBarghouti. Il gruppo include personalità come Mary Robinson (ex presidente dell'Irlanda), Helen Clark (ex Primo Ministro della Nuova Zelanda) e Graça Machel, vedova di Mandela.
In Italia, la campagna si propone di chiedere:
Il Comune di Palermo ha conferito a Barghouti la cittadinanza onoraria, come hanno fatto oltre 40 Comuni in Francia.
Come scrivono i 52 firmatari francesi dell'appello: "Con il fragile cessate il fuoco concluso tra Hamas eIsraele, il ritorno degli ostaggi israeliani e la liberazione di una parte dei prigionieri politici palestinesi, è tempo di aprire un vero percorso di pace. Questo passa per la creazione di uno Stato palestinese e per la liberazione di Marwan Barghouti". Barghouti sostiene una soluzione politica fondata sulla fine dell'occupazione israeliana e sulla nascita di uno Stato palestinese indipendente e sovrano. Sua moglie Fadwa spiega: "Marwan crede nella democrazia con lo stato di diritto, la buona governance, la giustizia sociale, i diritti delle donne e la partecipazione dei giovani" (InfoPal).
Barghouti rivendica che l'unica via alla risoluzione dello stato di occupazione è la convivenza dei due popoli in due Stati con eguali diritti, continuità territoriale e libertà di movimento. Questo prevede la restituzione dei territori sottratti ai palestinesi e il ritiro della popolazione israeliana nei confini fissati prima del 1967.
Proprio questa visione democratica, laica e di compromesso politico lo rende inaccettabile per il governo Netanyahu e per l'ultradestra israeliana. La liberazione di Barghouti rappresenterebbe davvero, come fu per Mandela, l'inizio della fine di un regime di apartheid. Ed è esattamente questo che Tel Aviv teme.
Di Eugenio Cardi
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