22 Ottobre 2025
José Jerí, il presidente ad interim del Perù, ha infine annunciato lo stato di emergenza in tutta l'area metropolitana della capitale Lima e del vicino porto di Callao quale misura conseguente alle proteste antigovernative che da settimane stanno interessando il Paese.
L'annuncio è stato dato direttamente da Jerí e da tutto il suo Consiglio di ministri ed entrerà in vigore dalla mezzanotte ora locale di mercoledì 21 ottobre e durerà ben 30 giorni. Come dichiarato esplicitamente dal Presidente, insediatosi dopo la destituzione di Dina Boluarte di cui il Congresso aveva approvato l'impeachment puntando il dito contro la sua incapacità di contrastare la criminalità dilagante, si tratterà di una misura sostanzialmente "repressiva" e securitaria. "Concittadini - ha esordito Jerí nel discorso alla Nazione -, la criminalità è cresciuta senza controllo negli ultimi anni causando enormi sofferenze a migliaia di famiglie e ostacolando il progresso del Paese. Ma questo finisce ora. Oggi iniziamo a cambiare la storia nella lotta contro l'insicurezza in Perù". Il nuovo approccio dello stato di emergenza, continua Jerí, prevede il passaggio "dalla difesa all'offesa nella lotta alla criminalità. Questa lotta ci permetterà di riconquistare la pace, la tranquillità e la fiducia di milioni di peruviani. Le guerre si vincono con i fatti, non con le parole".
José Jerí rappresenta, in verità, un altro dei motivi di protesta dei manifestanti in piazza. Già lo scorso 16 ottobre il premier Ernesto Álvarez aveva parlato della misura, specificando le misure che sarebbero state adottate per garantirne l'efficacia, come il coprifuoco.
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