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Dj Godzi morto ad Ibiza, nuova autopsia su Michele Noschese: 7 costole rotte ed entrambe le clavicole fratturate, il padre: “Non commento”

In attesa dei risultati tossicologici definitivi, dato che la prima autopsia indicava come possibile causa del decesso “la continua assunzione di stupefacenti”, è arrivato il responso dell'autopsia super partes sul corpo di Michele Noschese: "7 costole rotte ed entrambe le clavicole fratturate"

26 Luglio 2025

Dj Godzi morto ad Ibiza, nuova autopsia su Michele Noschese: 7 costole rotte ed entrambe le clavicole fratturate, il padre: “Non commento”

Dj Godzi Fonte: X @m_mugnani

7 costole rotte ed entrambe le clavicole fratturate. L’esito delle nuove analisi chieste dalla famiglia sul corpo di Michele Noschese, il 35enne napoletano noto come dj Godzi, morto nella sua abitazione a Ibiza la mattina del 19 luglio, apre un nuovo fronte nelle indagini. La Tac e la risonanza magnetica sono state eseguite alla presenza di un consulente di parte e il referto parla di numerose fratture. "Per ora preferisco non commentare, parla il referto", è la risposta del padre del dj, Giuseppe Noschese.

Dj Godzi morto ad Ibiza, nuova autopsia su Michele Noschese: 7 costole rotte ed entrambe le clavicole fratturate, il padre: “Non commento”

Medico ortopedico ed ex primario del “Trauma center” dell’ospedale Cardarelli, Giuseppe Noschese, padre di Michele Noschese in arte dj Godzi, conferma che "le costole fratturate sono 7, oltre alle 2 clavicole". Fratture che riaccendono i riflettori sulle modalità della morte del figlio e sulla prima autopsia, giudicata dallo stesso padre “frettolosa”. Quel primo esame non aveva evidenziato segni di percosse, confermando la correttezza dell’operato della Guardia civil spagnola, che aveva fermato Michele nella notte. Ma ora, alla luce dei nuovi elementi, la direzione dell’inchiesta potrebbe cambiare.

Ancora in attesa dei risultati tossicologici definitivi, la prima autopsia indicava come possibile causa del decesso “la continua assunzione di stupefacenti”. Una spiegazione che Giuseppe Noschese respinge con forza: "Mio figlio consumatore abituale di stupefacenti? E come fa a dirlo la Guardia civil? Lui era uno sportivo, è sempre stato in buona salute. Voglio vedere le denunce a carico di mio figlio al riguardo".

Il padre contesta anche la narrazione di presunte aggressioni avvenute in casa quella notte: "Così come non esistono denunce di aggressioni", aggiunge, riferendosi sia all’anziano vicino che avrebbe sentito rumori, sia alla ragazza presente nell’abitazione, poi fuggita urlando. "Michele non era fidanzato, ma quella sera era in dolce compagnia", spiega. "Era un ragazzo solare e amato da tutti, non il tipo che aggredisce qualcuno".

Resta un punto oscuro il breve lasso di tempo tra l’ultimo messaggio inviato da Michele e la sua morte: "Alle 7.49 di sabato Michele ha inviato un suo messaggio agli amici, che è agli atti dell'inchiesta, in cui diceva 'basta fare chiasso, che protestano i vicini'. E alle 8.15 era morto. Aspetto di capire ancora perché", dice Noschese. "La denuncia alla Guardia civil per omicidio era un atto dovuto", afferma il padre. "Ma da medico quello che posso dire è che se Michele aveva le convulsioni", dopo il fermo da parte degli agenti, "doveva essere soccorso e non picchiato e ammanettato mani e piedi".

Nessuna volontà di vendetta, ribadisce il dottor Noschese, ma solo il desiderio di sapere la verità: "Ho la massima e totale fiducia nella magistratura spagnola e attendo con grande serenità i referti ufficiali e i risultati dell'inchiesta".

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