23 Ottobre 2025
Fonte: imagoeconomica
Dopo l'accusa da parte dell'Unrwa, agenzia Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi, che Israele abbia affamato i gazawi intenzionalmente (smentendo il coinvolgimento di Hamas), la Knesset ha vietato qualsiasi tipo di contatto governativo con essa sul suo territorio. La motivazione per il bando sarebbe che l'Unrwa è "complice del movimento islamista".
Una svolta senza precedenti nei rapporti tra Israele e le Nazioni Unite. Ieri la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato due proposte di legge che vietano all’Unrwa – l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi – di operare su tutto il territorio israeliano e di mantenere qualsiasi tipo di interazione con istituzioni governative israeliane.
Le misure, sostenute dalla maggioranza di governo e dai partiti di destra, rappresentano di fatto una messa al bando dell’agenzia, attiva dal 1949 per garantire assistenza e servizi essenziali a milioni di rifugiati palestinesi in Cisgiordania, Gaza, Giordania, Libano e Siria. Il provvedimento arriva dopo mesi di tensioni e accuse: secondo il governo israeliano, alcuni dipendenti dell’Unrwa avrebbero avuto un ruolo nell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Nonostante l’agenzia e le Nazioni Unite abbiano avviato un’indagine interna e sospeso i presunti funzionari coinvolti, Israele ha continuato a sostenere che l’Unrwa sia “infiltrata da elementi terroristici”. Le accuse avevano già convinto gli Stati Uniti — principali finanziatori dell’organizzazione — a sospendere ogni contributo fino al 2025, aprendo una crisi finanziaria senza precedenti.
La decisione della Knesset aggrava ulteriormente la situazione: senza il sostegno israeliano e americano, l’Unrwa rischia il collasso operativo. L’agenzia è l’unico organismo internazionale che fornisce istruzione, assistenza sanitaria e aiuti alimentari a circa due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, oggi devastata dal conflitto e dal blocco economico.
Dure le reazioni internazionali. Il segretario generale dell’Onu António Guterres ha definito la mossa israeliana “un atto di ostilità verso il diritto umanitario”, mentre l’Unione Europea ha espresso “profonda preoccupazione per le conseguenze sui civili palestinesi”.
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