17 Ottobre 2025
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha denunciato il fatto che, a causa delle bombe israeliane sulla Striscia di Gaza, dopo due anni di guerra la maggior parte delle terre agricole è stata distrutta e i prezzi di alcuni generi alimentari primari, ormai quasi irreperibili, sono schizzati in alto diventando inaccessibili. Inoltre diverse famiglie si sostenevano economicamente proprio grazie all'agricoltura e ora hanno perso questa fonte di reddito. La carestia ha raggiunto livelli gravissimi e moltissime persone rischiano ogni giorno di morire di fame.
La devastazione causata da due anni di bombardamenti dell'esercito israeliano ha distrutto gran parte delle terre agricole di Gaza, lasciando molte famiglie senza cibo e senza alcuna fonte di reddito. "Un chilo di pomodori che un tempo costava 60 centesimi ora costa 15 dollari, ammesso che si riesca a trovarlo - ha denunciato l'Unrwa -. Le famiglie che un tempo vivevano dei frutti della propria terra oggi non hanno più alcun reddito".
Secondo il team dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi sul campo, i camion che hanno attraversare i valichi di ingresso a Gaza da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco una settimana fa, trasportano per lo più merci commerciali, non aiuti umanitari. Questo rende impossibile per molte famiglie procurarsi i generi alimentari freschi di cui però hanno strettamente bisogno. "Finché il settore agricolo di Gaza non sarà ricostruito, deve esserci un flusso di aiuti senza restrizioni", ha aggiunto l’Unrwa.
Di carestia causata proprio dalle azioni dell'uomo ha parlato anche di recente lo scrittore Gigi Riva alla presentazione dell’edizione 2025 dell’Indice Globale della fame (Global hunger index – Ghi), tra i principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, curato da Cesvi per l’edizione italiana e redatto da Welthungerhilfe (Whh), Concern worldwide e Institute for international law of peace and armed conflict (Ifhv): “Ho incentrato la prefazione che ho scritto per l’edizione italiana dell’Indice Globale della fame (Ghi) sul fatto che esiste un buco nero nel mondo ed è, evidentemente, la Striscia di Gaza, dove, per la prima volta dal Medioevo, abbiamo assistito a un'operazione ignobile, quella di affamare la popolazione, impedendo l’arrivo di cibo, per costringerla ad abbandonare la sua terra. Quella che si è protratta negli ultimi due anni è stata l'ultima escalation dopo massacri e, persino, pulizie etniche. Molta gente muore ancora di fame nel mondo, ma per motivi naturali, come i cambiamenti climatici, le catastrofi naturali o ‘semplicemente’ per l’assenza di cibo. Ma questa è la prima volta in epoca moderna in cui è l'uomo a decretare” la carestia, “in cui è l’uomo che ha deciso di affamare un'intera fetta di popolazione, provocando anche la morte di diversi bambini” per malnutrizione.
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