23 Marzo 2025
Fonte: X@imamoglu_int
I giudici hanno confermato l'arresto e ordinato la detenzione del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, fermato mercoledì scorso e prelevato dalla sua abitazione con accuse che spaziano dalla corruzione al favoreggiamento del terrorismo. Nel frattempo nel paese, nonostante il blocco alle manifestazioni vigente esteso fino al 27 marzo, non si placano le proteste contro le "ingiustizie" del Presidente Erdogan che ha invece accusato il maggiore partito d'opposizione Chp di "creare caos" nelle strade e definito i manifestanti "vandali di sinistra".
Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu è comparso nella giornata di sabato davanti ai giudici dell'udienza preliminare che dovevano decidere se convalidare o meno l'arresto dello scorso mercoledì. Imamoglu si trovava in custodia sotto varie accuse: "estorsione, corruzione, frode e turbativa d'asta da parte di un'organizzazione criminale" ma anche "favoreggiamento nei confronti dell'organizzazione terroristica Pkk", tutte rigettate da parte del sindaco di Istanbul che le ha definite "immorali e infondate". Le accuse, ha affermato Imamoglu n un messaggio diffuso dalla municipalità di Istanbul "si basano su prove fabbricate ad arte per imbastire l'inchiesta e mirano a colpire la mia reputazione e credibilità. Quanto sta accadendo nuoce all'immagine della Turchia sul piano internazionale, toglie alla gente la fiducia nella giustizia e colpisce l'economia. Chi si cela dietro tutto questo dovrà risponderne dinanzi a un tribunale", ed ha poi concluso: "Con la forza dei milioni di persone che mi sostengono continuerò a lottare per giustizia e verità fino alla fine della mia vita".
Assieme a lui è stata confermata la detenzione per altre 21 persone tra cui due dei suoi collaboratori, Murat Ongun e Ali Nuhoglu, mentre 9 degli arrestati sono al momento stati rilasciati.
Nonostante il blocco alle manifestazioni politiche imposto dalla Prefettura di Istanbul ed esteso fino al 27, le proteste continuano ad infiammare le strade delle principali città turche e anche di quelle minori, con episodi violenti che hanno registrato scontri tra manifestanti e polizia che ha fatto anche uso di gas lacrimogeni (nonostante le autorità neghino l'impiego). Attualmente il bilancio è di 340 arresti. Molti manifestanti si erano radunati anche sotto il palazzo di Giustizia di Istanbul, presidiato da circa duemila agenti e 35 mezzi blindati, dove Imamoglu era stato ricevuto dai giudici per determinare, in ultima istanza, la convalida del suo arresto.
Il Presidente turco Erdogan ha commentato i fatti affermando che "l'opposizione non risponde alle accuse e punta ad alimentare il caos", dando la colpa al maggiore partito d'opposizione Chp (quello di Imamoglu) di aver aizzato le proteste nel paese. "In Turchia nessuno è fuori dal raggio d'azione della giustizia", ha detto il Presidente turco, e poi rivolto al Chp: "I nostri comuni devono essere liberati dalla corruzione e dalle ingiustizie e servire la gente. Il principale partito di opposizione fa l'esatto contrario. C'è un'indagine della magistratura in corso e loro rispondono non alle accuse di corruzione, ma creando il caos. Stanno provando tutte le strade possibili per alimentare un'atmosfera di tensione e disordine nelle nostre città". Infine, parlando delle proteste le ha definite atti di "terrorismo di strada" e i manifestanti "vandali di sinistra".
Nel frattempo oggi il Chp ha confermato le primarie per scegliere il candidato alle prossime presidenziali previste per il 2028, nella lista ne figura solo uno: Ekrem Imamoglu.
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