17 Marzo 2024
Trump e Biden, fonte: Facebook @Fitness Model/Writer Jamie Eason
Social Security e Medicare. Sono i due programmi di welfare più importanti negli Stati Uniti: il primo è il sistema di pensioni pubbliche e il secondo è la sanità garantita a tutti gli over-65 del paese. Entrambi sono finanziati attraverso le imposte sul reddito, rendendoli sistemi "pay as you go", cioè che a livello contabile dipendono dalle nuove entrate per coprire i costi delle prestazioni erogate. Per questo motivo, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione americana, ci sono costanti avvertimenti sul rischio di insolvenza a causa dell'esaurimento dei fondi di riserva già negli anni 2030.
I fautori dell'austerità, che considerano i conti più importanti delle vite umane, insistono quindi che occorre cominciare a tagliare. E per anni i politici ci sono andati dietro, non solo i "conservatori fiscali" del partito repubblicano ma anche i democratici centristi, compreso lo stesso Barack Obama che ha acconsentito alla creazione di una commissione speciale su come rimodulare il welfare.
In realtà, le soluzioni sarebbero facili da trovare: da una parte togliere la soglia massima, per esempio, oltre la quale non aumentano più i contributi per le pensioni, permettendo ai più benestanti di pagare meno della loro giusta parte. Ma ancora meglio, si potrebbe smettere di considerare il welfare come una voce da giustificare a livello contabile. Per caso si considera necessario trovare la copertura per le spese militari o per affrontare le emergenze come la pandemia? La realtà economica è che basta garantire la produzione di ricchezza reale e la crescita della produttività per permettere il finanziamento di questi programmi attraverso il bilancio generale dello Stato. La sopravvivenza della popolazione è una questione di capacità fisica, non contabile.
Tuttavia, le "persone serie" che insistono sul bilancio in pareggio riescono a mettere molte pressioni sul mondo politico. L'unico motivo per cui le modifiche a questi programmi fondamentali sono state limitate finora è perché si tratta di una posizione tossica per gli elettori. Bastano pochi politici che denunciano il rischio di un taglio alle prestazioni e si solleva subito la protesta. Negli ultimi anni lo hanno fatto sia Donald Trump sia Joe Biden. Il presidente attuale, dopo anni da centrista, ha adottato delle posizioni molto progressiste, presentandosi come l'erede di Franklin Delano Roosevelt dal 2020 in poi. Cerca di espandere le prestazioni di welfare e utilizza il tema come un'arma pungente contro i repubblicani.
Dall'altra parte, il Tycoon è stato decisivo nel fermare i piani dei conservatori negli ultimi anni. Riconoscendo che non può fare il populista se si mette apertamente contro gli interessi dei cittadini, ha promesso di difendere Social Security e Medicare. Fino alla scorsa settimana, quando gli è scappata una risposta imprudente durante un'intervista televisiva. Trump ha detto che per affrontare il debito pubblico "si possono fare tante cose… in termini di tagli e del furto e della pessima gestione del welfare".
Biden gli è balzato addosso subito, cercando di legare l'ex presidente ai conservatori tradizionali che fremono per un ritorno all'austerità, guidati dal convincimento ideologico che qualsiasi intervento dello Stato sia deleterio. (Una posizione sposata da Nikki Haley, che invece si presentava come quella con le idee "nuove".) Trump ha cercato di rimediare durante un comizio del 16 marzo, affermando: "Ho promesso che manterrò sempre Social Security e Medicare. Li manterremo sempre. Non li taglieremo mai".
C'è da sperare che, se eletto, sarà in grado di farlo. Una delle caratteristiche del suo primo mandato – come spesso succede con i presidenti americani – è stata la difficoltà di imporre la propria visione rispetto alle istituzioni intorno a lui, nel bene e nel male. I think-tank conservatori stanno già scaldando i muscoli in previsione di un possibile ritorno dei repubblicani. La posizione "populista", cioè che rifiuta l'idea di tagliare i programmi di welfare essenziali nel nome dell'ideologia monetarista, rimane minoritaria nel Congresso. Ci sarebbe battaglia serrata tra i conservatori tradizionali e il gruppo ristretto intorno a Trump che non è legato alle vecchie ricette liberiste.
Di Andrew Spannaus
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