30 Novembre 2022
Nelle strade della Cina non ci sono solo i cittadini che protestano contro le restrizioni anti Covid. Ci sono anche quelli che sono rimasti chiusi fuori di casa. Uno dei tanti paradossi creati da delle regole che avevano un senso all'inizio della pandemia, quando la Cina era riuscita a contenere malati e vittimi meglio degli altri paesi. Ma che con Omicron e l'indebolimento del virus hanno meno necessità di esistere. Col mondo che è andato avanti e la Cina che è rimasta bloccata, in tanti hanno deciso di scendere in piazza per protestare contro le regole e contro il governo.
Ma, appunto, c'è anche qualcun altro che sta in strada. Ma per altre ragioni. In particolare a Guangzhou, una delle città coinvolte nelle misure di lockdown e peraltro teatro di proteste nei giorni scorsi. Come riporta il South China Morning Post, centinaia di lavoratori migranti sono rimasti senza casa per le strade della metropoli. I lavoratori - per lo più provenienti dalla provincia centrale di Hubei - sono stati dimessi dai centri di quarantena Covid-19, ma non possono tornare alle loro case nei villaggi urbani del distretto Haizhu di Guangzhou, epicentro dell'ultima epidemia.
Il mercato dei tessuti Zhongda del distretto di Haizhu - il più grande del suo genere in Cina - è stato l'epicentro di un focolaio. Il mercato è chiuso, ma ospita centinaia di migliaia di lavoratori migranti, tra cui più di 300.000 provenienti da Hubei. L'alta densità di popolazione del mercato e dei villaggi urbani circostanti - fino a 100.000 persone per chilometro quadrato - ha reso difficile il contenimento dell'epidemia e alcuni dei residenti sono già in isolamento da un mese.
I funzionari affermano che il distretto è ancora in una situazione di grave epidemia e un avviso del governo ha incoraggiato i lavoratori a tornare nelle loro province d'origine, affermando che la gestione dell'epidemia richiederà ancora un mese.
Non potendo andare da nessuna parte, i migranti portano con sé i loro zaini mentre cercano un riparo temporaneo sotto i ponti, nei sottopassaggi o lungo le rive del fiume vicino ai villaggi urbani, hanno detto i lavoratori e i volontari della comunità.
Alcuni video mostrano delle strade piene di tende, uno scenario di certo non usuale in Cina. Le autorità stanno mettendo a disposizione dei posti letto, ma la situazione non è ancora risolta. Anche in altre città c'è chi dorme fuori. Si tratta in particolare dei lavoratori delle app di food delivery. Anche loro, se vivono in compound in quarantena, preferiscono dormire fuori per evitare di non potersi presentare al lavoro il giorno dopo.
Ecco il video:
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