29 Novembre 2022
Twitter: GianI1974
Anche gli studenti cinesi si pongono contro le restrizioni per covid che da giorni asfissiano la gente in Cina. Da due prestigiosi atenei di Pechino, la Peking e la Tsinghua arrivano due lettere ma che contengono un unico messaggio: basta restrizioni. Tra le richieste anche l'abolizione del sistema di codici sanitari che traccia gli spostamenti di tutti i cittadini del Paese, nonché la fine dei test obbligatori che valutano chi è asintomatico e chi negativo. Poi c'è spazio anche per l'abolizione della censura e la diffusione di dati accurati sulle infezioni.
Nelle lettere, il punto focale è l'abuso del potere pubblico che sfrutterebbero l'autorità in questa particolare situazione, in cui le proteste si moltiplicano ogni giorno. "Per evitare l'abuso del potere pubblico, tutti i controlli di quarantena dovrebbero essere fermati per garantire che tutte le persone nelle comunità, nei villaggi, nelle unità e nelle scuole possano entrare e uscire liberamente. Bisogna dedicare risorse allo sviluppo di vaccini e farmaci e alla costruzione di ospedali", si legge.
"Se ripensiamo ai primi giorni dell'epidemia, dobbiamo riconoscere che le politiche attuate dal Partito e dal governo hanno salvato la vita di milioni di persone - scrivono gli studenti della Peking - tuttavia, anche se la politica in sé è corretta, se non viene compresa e sostenuta dalla popolazione sarà difficile sostenerla". E poi: "Ai pazienti o alle madri vengono negate cure mediche tempestive perché non hanno i risultati dei test in regola, i residenti e gli studenti vengono trasferiti con la forza e messi in quarantena, le porte vengono bloccate in modo che le persone non abbiano un posto dove andare o addirittura perdano la vita in caso di incidente.
E ancora: "Il compito più urgente è ora quello di trovare un modo temporaneo di coesistenza che riduca al minimo il pericolo dell'epidemia, garantendo al contempo l'ordine sociale di base e le esigenze economiche e di sostentamento fondamentali. Se si raggiunge un punto critico e non ci sono ancora spiegazioni o risposte adeguate, allora tutti dovrebbero fare del loro meglio per far sentire la propria voce".
Di Ivan Vito
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