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Cisgiordania, Knesset dà ok a espansione israeliana in territori palestinesi con costruzione di 764 case, oltre 100 arresti nelle ultime 24 ore

Israele amplia gli insediamenti e arresta oltre 100 palestinesi in 24 ore: escalation in Cisgiordania mentre la pressione internazionale resta senza effetti

10 Dicembre 2025

Continua espansione illegale di Israele in Cisgiordania meridionale e centrale, in programma costruzione di oltre 2340 alloggi per coloni ebrei

Cisgiordania meridionale Fonte: The Palestinian Information Center

La situazione in Cisgiordania occupata è sempre più critica. La Knesset, il Parlamento israeliano, ha dato il via libera alla costruzione di 764 nuove case in tre insediamenti nella regione da parte dei coloni. Inoltre, nelle ultime 24 ore, oltre 100 palestinesi sono stati arrestati dalle forze dell'ordine di Tel Aviv.

Cisgiordania, Knesset dà ok a espansione israeliana in territori palestinesi con costruzione di 764 case, oltre 100 arresti nelle ultime 24 ore

Israele ha dato il via libera definitivo alla costruzione di 764 nuove unità abitative in tre insediamenti della Cisgiordania occupata, un provvedimento che ha immediatamente provocato la dura condanna dell’Autorità Nazionale Palestinese e riacceso le tensioni diplomatiche. L’annuncio è arrivato dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, figura centrale del movimento dei coloni e convinto oppositore della nascita di uno Stato palestinese. Smotrich ha sottolineato che, dal 2022, il governo ha avanzato oltre 51 mila nuove unità nei territori occupati, segnando un’espansione senza precedenti.

Il Consiglio Superiore di Pianificazione ha approvato i nuovi progetti nei quartieri di Hashmonaim, Givat Zeev e Beitar Illit, consolidando la presenza israeliana in zone considerate illegali dal diritto internazionale. L’Autorità Palestinese ha accusato il governo israeliano di “sabotare deliberatamente ogni prospettiva di pace” e ha chiesto agli Stati Uniti di intervenire per fermare una politica che, secondo Ramallah, equivale a un’annessione progressiva della Cisgiordania.

La decisione arriva in parallelo a un aumento drammatico della violenza sul territorio. L’Onu ha registrato 264 attacchi di coloni contro palestinesi nel mese di ottobre, il dato più alto dal 2006. Allo stesso tempo, l’esercito israeliano ha intensificato le operazioni di arresto: oltre 100 palestinesi sono stati detenuti nelle ultime 24 ore in una vasta operazione che ha colpito Nablus, Salfit, Jenin, Tulkarem, Qalqilya, Gerico e Gerusalemme Est. Secondo fonti locali, 50 arresti sono avvenuti a Nablus, 15 a Salfit, 13 a Gerico, mentre 20 persone sono state fermate a Gerusalemme Est, alcune delle quali rilasciate dopo interrogatori sul posto. Tra i detenuti figurava anche Nasser Al-Din Al-Shaer, ex vicepremier dell’Autorità Palestinese, successivamente rilasciato.

Dall’inizio del genocidio a Gaza, nell’ottobre 2023, in Cisgiordania sono stati uccisi almeno 1.092 palestinesi, quasi 11 mila sono rimasti feriti e oltre 21 mila sono stati arrestati.

A luglio, la Corte Internazionale di Giustizia ha ribadito l’illegalità dell’occupazione israeliana e chiesto lo smantellamento degli insediamenti. L’espansione continua degli stessi, unita alle operazioni militari quotidiane, indica però che il governo israeliano resta determinato a ignorare le pressioni internazionali, aggravando un quadro di instabilità sempre più profonda.

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