04 Dicembre 2025
Sono scene terribili e oltraggiose quelle che testimoniano ancora una volta lo sfregio e le azioni disumane compiute dai coloni israeliani contro i civili palestinesi della Cisgiordania.
Nel villaggio di Misliya, situato a sud della cittadina palestinese Jenin, a nord della Cisgiordania occupata, un soldato dell'esercito israeliano è stato visto calpestare con i piedi una tomba, distruggendola e smuovendone la terra, sotto cui era stato seppellito il corpo di un palestinese. La scena sacrilega è avvenuta nel cimitero del villaggio, preso d'assalto ieri mattina, 3 dicembre, e posto sotto obbligo di coprifuoco. La scena non sembra avere motivazione: il colono ha dimostrato il solito disprezzo nei confronti non solo del defunto sepolto, così disumanizzato, ma della cultura stessa palestinese, di un luogo religioso profondamente sacro e simbolico.
Lo scempio, dopo cui il soldato si allontana dalla sepoltura come se nulla fosse accaduto, si somma ad una già sterminata fila di atrocità e crimini compiuti dagli israeliani contro la popolazione del West Bank. L'ultimo episodio, avvenuto lo scorso 28 novembre proprio a Jenin, aveva visto l'esecuzione dei due giovani palestinesi Al-Muntasir Billah Abdullah e Youssef Asasa nonostante questi si fossero già arresi all'Idf. Il caso ha avuto molta risonanza mediatica, configurandosi come un'atto di violenza gratuita davanti a cui il ministro della Difesa Ben Gvir ha saputo dare l'ennesima, ignobile giustificazione.
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